Reggio Emilia sparatoria "La pistola? Trovata per caso vicino a un cassonetto dei rifiuti"

Il mistero dell'arma con cui ha acceso il fuoco in piazza del Monte

Spari in centro

Spari in centro

Reggio Emilia, 22 ottobre 2020 - "La pistola ? L’ha trovata vicino ad un cassonetto, in città". Alzi la mano quel reggiano che nell’intento di buttare via la spazzatura, abbia rinvenuto nelle vicinanze del contenitore per i rifiuti, un’arma da fuoco.

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Ora, se non fosse una storia maledettamente seria, in cui un ragazzo è ancora in un letto d’ospedale in prognosi riservata, con una scapola – ma c’è chi dice un polmone – messa male, e altri quattro che oltre al trauma fisico (una ferita di striscio sotto l’ascella per uno, un altro con due fori di proiettile in una mandibola), dovranno affrontare, i ‘demoni’ di quella notte da incubo (‘non dormo più’; ‘sento riecheggiare gli spari’ e simili pensieri), ci sarebbe anche il tempo di fermarsi e, forse, sorridere.

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La questione dell’arma che il 43enne campano, sabato scorso, ha estratto dal borsello, puntato addosso a quel gruppo di ragazzi in capannello nel cuore della città, in Piazza del Monte, e fatto fuoco, è, forse, l’unico aspetto su cui rimane ancora qualcosa di non del tutto chiaro e che sta interrogando anche gli inquirenti, in un caso i cui contorni, soprattutto alla luce di quanto emerso dall’udienza di convalida dell’arresto di ieri mattina, in cui Lombardi ha confermato in toto la versione data al pubblico ministero durante l’interrogatorio in carcere, sembrano essere perfettamente definiti.

Perché Lombardi era in possesso di un’arma da fuoco rubata, che ha ‘viaggiato’ da Reggio Calabria, sino a Reggio nell’Emilia? Perché Lombardi, il sabato passato è uscito di casa armato? Era una consuetudine, oppure un fatto estemporaneo?

"Lui dice di essere uscito di casa con una pistola perché ha una situazione abbastanza tesa con l’ex compagno della sua ex convivente – spiega l’avvocato difensore di Lombardi, Giovanni Bianco, a margine dell’udienza di ieri mattina in Tribunale– Lui sostiene di avere temuto per la sua incolumità e di avere sporto denuncia varie volte>.

Insomma, la Beretta calibro 6,35 detenuta illegalmente da Lombardi serviva a proteggerlo dall’ex convivente della sua ex compagna, con cui, evidentemente, le storie risultano essere abbastanza tese. "Non mi pare che si tratti di una pistola che venga usata spesso in ben altre situazioni", chiude, ribadendo quanto già affermato alla vigilia dell’udienza camerale di ieri, l’avvocato Bianco, provando ad alleggerire la posizione del suo assistito. ni.bo.