Spari contro i motociclisti a Castelnovo Monti, il cerchio si stringe

I sospetti si concentrano su un abitante della zona: il gesto potrebbe essere nato per vendicare un torto subito in passato

Ezio Denti criminologo investigativo

Ezio Denti criminologo investigativo

Castelnovo Monti (Reggio Emilia), 6 novembre 2019 - I carabinieri stanno circoscrivendo l’ambito entro cui rintracciare l’autore degli spari con un’arma ad aria compressa che, domenica pomeriggio, hanno colpito cinque motociclisti che hanno partecipato a una gara di enduro a Felina di Castelnovo Monti. Due sono finiti all’ospedale con ferite al braccio e al costato, gli altri tre sono stati raggiunti alla schiena e al casco, mentre nel terzo caso il bossolo ha centrato la moto. «Un gesto di intemperanza irragionevole e folle»: lo definisce così il colonnello Cristiano Desideri ( foto ), comandante provinciale dei carabinieri.

Gli uomini dell’Arma di Castelnovo Monti hanno avviato gli accertamenti: da quanto trapela, ieri sera non era ancora stato individuato il presunto responsabile, anche se si sospetta di qualcuno che abiterebbe in zona, e che ha voluto dare sfogo, usando una modalità molto aggressiva e illecita, al suo profondo astio e disprezzo nei confronti di chi gira in moto, forse perché infastidito dal rombo dei motori. I centauri sono stati colpiti non durante la gara, ma lungo la strada, nel corso del trasferimento al parco Tegge.

Stavano partecipando a una competizione regionale con valenza nazionale, patrocinata dalla Federazione Motociclistica italiana, organizzata dal club locale Moto Racing con tutti i permessi del caso. Chi ha sparato potrebbe essere un proprietario terriero o un cacciatore, che in passato ha avuto fastidi per il rumore delle moto o per il passaggio delle ruote sui suoi appezzamenti, e ha voluto vendicarsi colpendo quei centauri diventati per caso bersaglio dove sfogare le frustrazioni.

Oppure qualcuno che, semplicemente spazientito dal rombo in paese, ha imbracciato l’arma e, dimostrando ottima mira, ne ha colpiti cinque. Conflitti e dispetti, tra centauri e abitanti non sono infrequenti in Appennino, anche se mai finora si era verificato un episodio così grave (a parte il precedente di cui vi riferiamo in pagina). L’aggressore ha usato un’arma ad aria compressa, alimentata a pallini: si presume un fucile che risulterebbe piuttosto potente. Il 46enne Andrea Ruffini, di Castelnovo Monti, raggiunto da un bossolo nel braccio, dovrà essere operato: per lui è stata formulata una prognosi di quindici giorni (al momento sotto la soglia della perseguibilità d’ufficio, ma dopo l’intervento chirurgico a cui dovrà sottoporsi il quadro potrebbe cambiare).

A Giulio Scaffardi , 21enne di Bedonia (Pr), il pallino finito nel fianco è stato tolto al pronto soccorso. La Procura potrebbe aprire un fascicolo d’indagine ravvisando l’ipotesi di lesioni. Secondo una sentenza della Cassazione del 2010, non integra il reato di accensioni ed esplosioni pericolose l’uso di un fucile ad aria compressa che può essere considerato arma da sparo, ma non da fuoco: in questo caso lo sparo in luogo pubblico potrebbe configurare il reato di getto pericoloso di cose.