ALESSANDRA CODELUPPI
Cronaca

Spedizioni punitive e faide. Mafia nigeriana alla sbarra: "Uno stupro per vendetta"

Pesanti accuse contro i nove che figurano imputati nel rito ordinario. Scontro sulle intercettazioni tra pm e difese. "Troppe opinioni degli agenti".

Spedizioni punitive e faide. Mafia nigeriana alla sbarra: "Uno stupro per vendetta"
Spedizioni punitive e faide. Mafia nigeriana alla sbarra: "Uno stupro per vendetta"

Scontri sanguinosi per il controllo della città. Colori e simboli nel vestiario per farsi riconoscere e soprattutto esercitare il potere.

Tutto questo sfilerà nel processo sulla mafia nigeriana incentrato sullo scontro a Reggio tra due cult nigeriani, gli Eiye e i Vikings, emanazione delle confraternite nate nel Paese africano. L’inchiesta condotta dalla polizia di Stato, coordinata dal pubblico ministro della Dda di Bologna Roberto Ceroni, si incentra su fatti in cui la violenza è inaudita. Come spedizioni punitive alle ex Reggiane con machete e bastoni (settembre 2018) ai danni di ospiti. E qui, nei capannoni dismessi, anche una violenza sessuale di gruppo. Una donna, colpevole solo di essere fidanzata con uno degli ‘Eiye’, e che aveva rifiutato sesso a pagamento, sarebbe stata stuprata da quattro uomini Vikings: "Non denunciare - le avrebbero intimato - altrimenti ti uccidiamo".

In febbraio cinque imputati sono stati condannati a Bologna col rito abbreviato a pene tra i 6 e gli 8 anni (da qualcuno impugnate in Appello). Davanti al collegio dei giudici presieduto da Cristina Beretti, a latere Matteo Gambarati e Luigi Tirone, ieri è stato aperto il dibattimento per nove nigeriani rinviati a giudizio a vario titolo per associazione mafiosa e altri reati. Diversi imputati erano videocollegati dal carcere.

Il pm Ceroni ha presentato una "corposa" lista di testimoni che probabilmente, come anticipato da lui stesso, si assottiglierà durante il processo. Da una cinquantina, potrebbero assestarsi sui trenta se alcuni fossero ritenuti sovrabbondanti. Sono soprattutto di polizia giudiziaria. Il pm ha anche detto che "molto probabilmente diverse parti offese", che sono in tutto sette, "saranno irreperibili", così come altri testimoni ordinari. Il pm ha chiesto la trascrizione in forma peritale di conversazioni telefoniche. Sulle intercettazioni, ha detto di non aver trovato la disponibilità delle difese ad acquisirne le trascrizioni. Un avvocato difensore, Laura Ferraboschi, ha chiesto una perizia: "I brogliacci trasudano le opinioni dei pubblici ufficiali: il tribunale ha invece bisogno di un libero pensiero". Si è associata l’avvocato Luca Larocca. Il collegio ha disposto una perizia sulle trascrizioni delle intercettazioni telefoniche e ambientali, incaricando Flavio Caroli, al quale sono stati accordati 90 giorni. Va superata la barriera linguistica: in aula ieri erano presenti due interpreti. E il pm Ceroni ha parlato di "circa 900 progressivi" relativi alle intercettazioni, indicando quattro dialetti diversi e chiedendo al perito di coinvolgere traduttori che li conoscano. Nel processo reggiano, figurano imputati Joseph Akhere, Michael John Way (detenuto nel carcere di Torino), Owolabi Momodou (nel carcere di Terni), Timothy Obinyan (nel carcere di Agrigento per altra causa), Happy Odigie (nel carcere di Modena per altra causa), Vincent Godfery, Holice Usiahon (nel carcere di NapoliSecondigliano), Jude Jerry (nel carcere di Catanzaro) e Samuel Edo (nel carcere di Lanciano).