La quiete della campagna di Massenzatico sconvolta da due fratelli che disturbavano il quartiere. Tenevano la musica a tutto volume e facevano schiamazzi sotto casa: una condotta che hanno tenuto per tre anni e mezzo. Non solo: di fronte ai vicini di casa infastiditi, padre e figlio che reclamavano quiete, uno di loro, un 33enne, impugnò una spranga dicendo: "Adesso ve la uso", mentre il fratello 35enne pronunciò parole pesanti: "Ti beccherò in giro e ti farò tacere per sempre" e "stasera dopo il lavoro ti aspetto nel prato e ti ammazzo".
Per questa vicenda, i due fratelli sono stati riconosciuti responsabili di disturbo del riposo e di minacce aggravate dall’uso dell’arma, reati per i quali sono stati condannati a 6 mesi, sentenza già diventata definitiva. Non è la prima vicenda giudiziaria che coinvolge le due famiglie: il 33enne era gia stato condannato nel dicembre 2017 a 1 anno, pena sospesa, per stalking condominiale, per fatti relativi a un periodo che comprendeva anche quello contestato nel secondo processo (dal dicembre 2013 al luglio 2017). I problemi sono cominciati quando, nel 2013, quei fratelli affittarono una casa. Amavano installare potenti impianti stereo sulle proprie macchine: i vicini iniziarono a sentire musica alta e anche lavori meccanici a qualsiasi ora del giorno e della notte. Il proprietario della casa data un locazione diffidò gli inquilini rumorosi, finché si verificò l’episodio clou delle minacce. Nel pomeriggio del 5 luglio 2017 un membro dell’altra famiglia rincasò dopo il lavoro: cercava di riposare, ma non riusciva a causa del volume dello stereo dei fratelli. Così andò insieme al padre nel loro cortile per cercare un accordo, ma la reazione dei due fu inquietante: una spranga di ferro brandita e minacce di morte. Padre e figlio sporsero la prima di tante querele, contraccambiate dagli altri. La famiglia danneggiata, temendo ritorsioni, arrivò a installare otto telecamere, e il lavoratore disturbato dovette ricorrere a cure farmacologiche. Al termine del processo a carico di entrambi i fratelli, è scattata la condanna a sei mesi, pena sospesa, con le attenuanti generiche (sono incensurati e hanno cessato la condotta), al risarcimento dei danni in sede civile e a una provvisionale di duemila euro.
Alessandra Codeluppi