
Spazio Raga è un luogo di aggregazione. rivolto alla fascia over 14 e affidato alla cooperativa Accento, nato nel 2005 in via Turri 49
I furti sono sempre da condannare ma quando accadono a chi sta mettendo cuore e anima in un progetto volto a rilanciare situazioni difficili, allora fa ancora più arrabbiare. In meno di 24 ore i ladri hanno ’visitato’ ben due volte Spazio Raga, luogo di aggregazione con laboratori, supporto allo studio e orientamento per il lavoro, rivolto alla fascia over 14 e affidato alla cooperativa Accento, nato nel 2005 in via Turri 49, in una zona particolarmente difficile come quella della stazione storica.
"Il primo furto è avvenuto mercoledì verso le 12.30, il secondo nella notte fra mercoledì e giovedì – dicono la responsabile di struttura Sabina Lugli, insieme a Gianni Ghirelli e Nicolò Manini dell’equipe educativa –. Sono spariti due pc, uno smartphone, la Playstation con i joystick e un tablet appena acquistato, dunque tutto materiale di servizio o fruito dai ragazzi. Purtroppo questo è solo l’apice di quanto abbiamo osservato negli ultimi sei mesi ovvero il deteriorarsi del contesto già non semplice".
"Dopo che l’esercito si è stabilito a presidiare piazzale Marconi, c’è stato lo spostamento delle persone con disagi gravi e i rispettivi spacciatori verso la nostra zona – spiegano –. Anzi, ci è dispiaciuto apprendere dai giornali la decisione, calata dall’alto, del Comune di aprire in via Paradisi un luogo per consumo di crack gestito dalla cooperativa sociale Papa Giovanni XXIII, che ha aumentato il via vai di persone con disagi".
Anche per i ragazzi non deve essere semplice convivere con questa situazione: "Insieme alle forze dell’ordine, che ringraziamo per quanto si stanno adoperando, abbiamo fatto dei percorsi di legalità, ma oggi i ragazzi si trovano sotto casa ad affrontare situazioni gravose di persone che fanno uso di sostanze, senza contare gli spacciatori e le continue liti".
"Siamo assolutamente d’accordo sull’aiutare le persone che consumano crack ma ora ci troviamo ad affrontare una situazione esplosiva – concludono –. Non si può appesantire una situazione in un quartiere con una situazione già difficile. Abbiamo famiglie con figli che escono di casa e si trovano la porta occupata da tossicodipendenti oppure non riescono a portare i bimbi ai giardinetti perché già occupati dagli spacciatori".
Cesare Corbelli