Strage di Gaida, ubriaco alla guida: morirono in 4. “Lui libero? Così i giudici ci hanno spezzato il cuore”

Nello schianto del 30 ottobre scorso morirono la compagna Shane e i fratellini di lei di 11 e 9 anni oltre al figlioletto di un anno e mezzo. La famiglia: “E’ come se i nostri ragazzi fossero stati uccisi un’altra volta”

La strage di Gaida, un'intera famiglia distrutta. A sinistra in alto l'uomo alla guida che si è salvato Orjol Lame. A destra e sotto le vittime Shane, Resat e Rejana di 22, 11 e 9 anni e il piccolo Mattias di appena un anno e mezzo

La strage di Gaida, un'intera famiglia distrutta. A sinistra in alto l'uomo alla guida che si è salvato Orjol Lame. A destra e sotto le vittime Shane, Resat e Rejana di 22, 11 e 9 anni e il piccolo Mattias di appena un anno e mezzo

Reggio Emilia, 6 aprile 2023 – “Signori giudici, la vostra decisione ci ha spezzato il cuore. È come se i nostri ragazzi fossero stati uccisi un'altra volta”. Con questa parole inizia l’accorata lettera di Ardian e Anjeza Hyseni, i familiari delle quattro vittime (i figli Shane, Resat e Rejana di 22, 11 e 9 anni, oltre al nipotino Mattias di appena un anno e mezzo) della strage di Gaida, l’incidente stradale del 30 ottobre 2022 a Reggio Emilia.

Obiettivo della missiva è la decisione del gip, poi confermata dal Riesame, di respingere le richieste di misura cautelare nei confronti di Orjol Lame, unico superstite della tragedia, accusato di omicidio stradale plurimo aggravato.

Il 32enne, nonché compagno di Shane e papà del piccolo Mattias, quella sera guidava l'auto che è finita a grande velocità contro un rustico disabitato sulla via Emilia, fra Gaida e Cadè; dagli esami tossicologici risultò positivo sia all'alcol sia alla droga. Dopo due mesi di coma, si è risvegliato ed è stato trasferito da un centro specializzato di riabilitazione dal quale è stato dimesso a febbraio scorso. E ora, da indagato a piede libero, è tornato in Albania. "Non si può lasciare libero l'assassino di quattro bambini. Non è giustizia questa – dice Anjeza – temo che l'uomo finisca per sottrarsi al processo”.