"Strangio è innocente Non ha estorto nulla"

Prosegue il processo ’Grimilde’. Ieri è toccato al difensore. del 50enne attualmente. in carcere a Napoli

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Prosegue a Bologna il processo di ‘ndrangheta ‘Grimilde’ con il rito abbreviato, scaturito dai presunti illeciti che la famiglia Grande Aracri e i suoi complici avrebbero commesso a Brescello e altrove.

La parola è andata ieri all’avvocato Fabrizio Sessa, difensore di Giuseppe Strangio, 50enne residente a Traversetolo (Pr) e ora in carcere a Napoli. Lui è uno dei dodici imputati per associazione a delinquere di stampo mafioso: secondo la Dda "ha partecipato alle riunioni della consorteria in cui sono state pianificate le condotte criminose" e sarebbe intervenuto "per dirimere conflitti con soggetti esterni al clan": il riferimento è alla vicenda della riso Roncaia di Castelbelforte (Mn), in cui deve rispondere di estorsione in concorso con altri, tra cui l’ex presidente del consiglio comunale di Piacenza Giuseppe Caruso e Salvatore Grande Aracri di Brescello.

L’imprenditore Claudio Roncaia è accusato insieme al socio Massimo Scotti e altri di una truffa ai danni dell’Unione Europea: avrebbero ricevuto un finanziamento dall’Ue in cambio della fornitura di diverse tonnellate di riso entro l’ottobre 2015, attraverso una proroga ottenuta con atti falsi. Ma i due sarebbero stati anche vittime di estorsione. Strangio, autotrasportatore per Muto logistica e trasporti srl, avrebbe avuto incarichi per la riso Roncaia "a prezzi superiori del 20% a quelli praticati dall’azienda mantovana" e partecipato a un "summit della cosca".

Accuse per le quali il pm della Dda Beatrice Ronchi aveva chiesto quattordici anni e quattro mesi di reclusione, ieri respinte dalla difesa: "Strangio è del tutto innocente e non appartiene alla ‘ndrangheta - ha detto ieri l’avvocato Sessa -. Lui ha avuto un rapporto di lavoro con la riso Roncaia, che si è esaurito dopo quindici trasporti. Non ha mai estorto alcun contratto per i viaggi, assegnati liberamente dall’azienda mantovana, peraltro pagati sette mesi dopo e con un compenso nella norma. E’ del tutto assurdo assurdo che sia in carcere".

Alessandra Codeluppi