Reggio Emilia, stuprato un bambino di 4 anni. Sotto accusa il bidello dell’asilo

I carabinieri hanno piazzato delle telecamere nascoste nella scuola

Bimbo stuprato a 4 anni, violenza in una foto d'archivio Frascatore

Bimbo stuprato a 4 anni, violenza in una foto d'archivio Frascatore

Reggio Emilia, 18 settembre 2018 - Un racconto da brividi che avrebbe trovato conferma dalle visite mediche. Violenze sessuali nei confronti di bambino di cinque anni, subìti in una scuola dell’infanzia della città. Il presunto responsabile sarebbe il bidello, un 51enne reggiano, regolarmente assunto come figura professionale all’intero dell’organigramma del personale scolastico Ata.

Una vicenda choc che ha visto ieri mattina in tribunale l’inizio dell’iter processuale.

Tutto è cominciato nella primavera scorsa. Ad accorgersi che qualcosa non andasse è stata la madre del piccolo – che all’epoca dei fatti aveva quattro anni – che ha notato alcuni comportamenti strani o quantomeno anomali. E un giorno è stato lo stesso bimbo a raccontare i fatti alla madre. Alla luce anche di alcune problematiche fisiche – che secondo l’accusa sarebbero collegate alle violenze sessuali – che avvertiva in quelle settimane. Così, i genitori lo hanno accompagnato al pronto soccorso. E qui le visite mediche, i referti e i certificati, avrebbero confermato una certa aderenza alle molestie ricevute.

Scattano immediatamente le denunce ai carabinieri che informano il sostituto procuratore Stefania Pigozzi, la quale apre un fascicolo. I militari dell’Arma hanno piazzato alcune telecamere nascoste all’interno dell’asilo. Il contenuto delle immagini è già stato messo agli atti. Anche se le indagini stanno ancora continuando. All’uomo – per il momento – non è stata applicata alcuna misura cautelare restrittiva e neppure interdittiva per quanto concerne il lavoro.

Ieri però è iniziato il processo in aula davanti al gip Luca Ramponi. L’ipotesi di reato formulata dal pm nei confronti dell’inserviente scolastico è di atti sessuali su minorenne. Si è ancora in una fase giudiziaria embrionale, tant’è che non è ancora stato ascoltato il bambino (la parte civile è rappresentata dal legale Marco Scarpati) e dovrà essere valutata la cosiddetta «capacità processuale» e dunque attendibilità e credibilità del racconto. Per questo è stato nominato un consulente tecnico.

L’avvocato difensore Tommaso Lombardini respinge le accuse: «Dagli atti finora non emerge praticamente nulla a carico del mio assistito che non c’entra niente. Va ancora verificata l’attendibilità del racconto».