Stupro a Reggio Emilia, "Il viso grondava sangue. Le ha rovinato la vita"

I genitori: "Quel balordo deve stare in galera" AGGIORNAMENTO / Arrestato un ucraino di 26 anni

E' ancora caccia all'uomo da parte della polizia (Artioli)

E' ancora caccia all'uomo da parte della polizia (Artioli)

Reggio Emilia, 24 luglio 2018 - «Abbiamo sentito squillare al campanello in modo forsennato. Era nostra figlia. Ci siamo chiesti come mai fosse già tornata, pochi minuti dopo essere uscita per la passeggiata che è solita fare nel quartiere». I genitori le aprono e lei, la loro unica figlia, risale in casa.

AGGIORNAMENTO / Arrestato un ucraino di 26 anni

Una visione spaventosa: «Aveva il volto ricoperto di sangue – racconta la madre –. Piangeva e tremava. Era in stato confusionale. Pensavo che avesse avuto un incidente stradale. Poi ci ha detto: ‘Mi hanno violentata’. Non crededevamo alle nostre orecchie». I genitori della ragazza di 24 anni sono all’ospedale Santa Maria Nuova, accanto alla loro figlia dalla notte. Non hanno chiuso occhio. Vegliano su di lei, che esce ed entra dai corridoi per sottoporsi alle visite mediche, al colloquio con gli psicologi e alle domande della polizia. Cercano di proteggerla dall’incubo in cui è piombata. Di ridarle, come possono, un po’ di tranquillità. 

REGGIO STUPRO_32594061_161542 «Nostra figlia ha cenato prima di noi, poi alle 20.30 è uscita: ‘Vado a fare una passeggiata’, ci ha detto – racconta il padre –. Dopo poco, alle 20.50, è rientrata a casa. Era devastata. Aveva il sangue che le colava dal naso. Ci ha raccontato cosa le è successo. Un orrore. Abbiamo subito chiamato la polizia e il 118. Gli agenti hanno sentito lei e anche noi. Poi nostra figlia è stata portata all’ospedale e ascoltata ancora dalla polizia».

Cerca di mantenere la calma, il padre. «L’hanno aggredita da dietro. Quel balordo – all’improvviso gli trema la voce – ha abusato di lei. Una violenza completa. Le ha rovinato la vita. È qualcosa difficile da raccontare, da realizzare». Già: la brutalità che si materializza e si accanisce all’improvviso, sulla strada. Una vittima, senza un perché. «Stanotte (ieri, ndr) siamo tornati alle 3 dall’ospedale. Stamattina (ieri, ndr) alle 7 eravamo già qui. Nostra figlia è stata anche picchiata: ha il naso rotto, il labbro tagliato, lividi sul collo, i graffi dei rovi sul corpo». Poi lei, la ragazza, per un attimo appare nel corridoio, con accanto un’infermiera, per poi rientrare in reparto. «Eccola: è lei, mia figlia. Guardi come me l’hanno ridotta», mormora la madre. «È una brava ragazza, la nostra unica figlia – aggiunge –. Si è diplomata, ha lavorato e ora sta cercando una nuova attività. Noi da sempre viviamo a Reggio. Io e mia moglie lavoriamo entrambi».

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Poi il male che squarcia fatiche di ogni giorno, sogni, che irrompe e distrugge anima e corpo.  «Quante volte mia figlia è uscita a passeggio da sola o con le sue amiche, nel nostro quartiere... Possibile che possa succedere una cosa simile? In questa citta ormai succede di tutto e di più. Spero che trovino quel balordo alla svelta – aggiunge il padre –. E, soprattutto, spero che stia in galera, che non esca una settimana dopo e che vada a fare in giro altri guai come a mia figlia. Io, ultimamente, ho poca fiducia nella giustizia. Ma quell’uomo deve pagare per l’orrore che ha commesso. Mia figlia non potrà mai dimenticare».