Sulle tracce storiche della ’ferrovia fantasma’ Nell’800 collegava Bagnolo, Correggio e Carpi

Migration

Spingere forte sui pedali inseguendo un treno fantasma. Ci troviamo nella campagna a ridosso di Bagnolo, stiamo percorrendo in bici uno sterrato. Con noi c’è anche il cameraman Andrea Boni. Si tratta di una ciclabile che ci porterà a Correggio sulle tracce di una via di comunicazione oggi scomparsa. Sì, perché il sentiero che stiamo seguendo, una volta era una linea ferroviaria su cui si muovevano locomotive sferraglianti e fumanti. Siamo partiti da via Ronchi, una laterale di via Valli. Il tracciato è annunciato da alcuni pioppi cipressini che troviamo sulla sinistra, dopo le prime pedalate. Qua e là, la segnaletica verticale della ciclo-pedonale. È una giornata particolarmente calda. Fortunatamente la vegetazione ai lati garantisce riparo dai morsi del sole.

Procediamo incuriositi, chiedendoci come sia possibile che proprio qui sfrecciassero i treni. Dove andavano? Chi erano i viaggiatori? "C’era una ferrovia che collegava Bagnolo a Correggio e Carpi. Le origini risalgono all’Ottocento, la tratta Bagnolo-Correggio venne inaugurata nel 1886. Ci fu una ricostruzione postbellica e la ripresa dei servizi nell’autunno del 1945", spiega Alberto Sgarbi del Sodalizio amici ferrovie reggiane. Mentre pedaliamo, nei campi si svolgono le attività legate all’economia agricola. Arriva il brontolio lontano dei trattori, che percorrono incessantemente la campagna per preparare le rotoballe, destinate a foraggio. I cumuli di fieno rendono pittoresco il paesaggio, attraversato qua e là da canali d’irrigazione. All’orizzonte, verso sud, il profilo dell’Appennino. Sembra il dorso di uno stegosauro, suggerisce la fantasia.

"I convogli vennero ridotti tra il 1949 e il 1950 a solo una coppia di treni, uno al mattino presto e un altro alla sera per il ritorno, che raggiungevano anche Reggio. Erano sostanzialmente rivolti agli operai che lavoravano alle Reggiane. La linea verso Carpi e altre tratte furono soppresse nel 1955 da un decreto ministeriale", aggiunge Sgarbi. Con la fine della linea ferroviaria, i collegamenti per passeggeri e merci passarono al trasporto su gomma. E in seguito vennero eliminati i binari. Oggi il percorso sterrato lascia intuire quella che nell’Ottocento era la ferrovia. Troviamo altre tracce: la forma di alcuni edifici suggerisce l’originaria funzione di caselli, dov’erano ubicati punti di appoggio e fermate.

Uno è stato trasformato in abitazione privata, altri sono abbandonati o in rovina. Ne abbiamo contati almeno tre, tra cui la struttura di Fosdondo, che mostra ancora la scritta a indicare la località. Oltre, arrivati nei pressi di San Prospero, ecco un oratorio dedicato a Santa Maria Maddalena, restaurato. Troviamo poi alcuni laghetti, ricavati da ex cave di argilla. Sbuchiamo infine alle porte di Correggio, sulla strada per Reggio. La linea proseguiva verso la stazione ubicata tra via dei Mille e corso Cavour, attuale sede della polizia locale. E da lì il convoglio riprendeva il viaggio per portare i pendolari a Carpi. Sulle orme della storia e della natura, il tragitto tra Bagnolo e Correggio è di circa 10 chilometri, prevalentemente su sterrato. Se percorso in bici, è preferibile utilizzare mountain bike o modelli gravel. Massimo Tassi