Due storiche ditte di Guastalla, la Tabec srl e la Ipe srl, svuotate dei patrimoni sino a portarle alla bancarotta fraudolenta. I meccanismi illeciti che, secondo l’accusa, hanno dissanguato le aziende, svelati nell’inchiesta ‘Melisseo’, sono stati ripercorsi ieri dal procuratore Calogero Gaetano Paci: la sua requisitoria, tenuta davanti al giudice Luca Ramponi, è culminata nella richiesta di condanna per i due imputati (sui dodici totali) che hanno scelto il rito abbreviato; altri hanno optato per il patteggiamento.
Al culmine delle investigazioni - condotte dalla questura e fiamme gialle - nel febbraio ’22 il gip Dario De Luca dispose 5 misure di custodia personale. Due finirono in carcere, uno ai domiciliari e per altri due scattò l’obbligo di firma quotidiano. Questi ultimi sono un avvocato, Domenico Arena (1976), con studio legale a Vibo Valentia e a Modena, per il quale era stato deciso anche il divieto di esercitare la professione per un anno; e un residente nel Viterbese, Tiziano Mancinelli (1956). Per l’avvocato Arena, rientrato poi a svolgere la sua attività, Paci ha chiesto 6 anni: per l’accusa avrebbe agevolato gli amministratori di fatto nel disegno criminoso. Il procuratore ha invece domandato 5 anni per Mancinelli. Sui restanti 7 imputati, 4 erano gli amministratori storici delle due aziende portate sul lastrico.
La Tabec, nata nel 1980, faceva articoli per l’apicoltura e fu dichiarata fallita nel 2018: da qui il nome dell’indagine, che si rifà alla mitologia greca secondo cui Zeus veniva nutrito col miele. La Ipe, fondata nel 1961, produceva manufatti per l’edilizia e fallì nel 2021. In base alla ricostruzione investigativa, le ditte entrarono in crisi di liquidità: un commercialista non indagato mise in contatto i 4 amministratori reggiani con Moschella, che le avrebbe spogliate dei cespiti attivi attraverso la creazione di nuove società, la Econsultinglab srl per la Tabec e la Ipe.fer srl per la Ipe, a cui furono conferiti i rami d’azienda per poi cederle a ‘teste di legno’ e abbandonare le società a procedure fallimentari.
Gli imputati sono accusati a vario titolo di bancarotta fraudolenta riferita a 4 fallimenti: avrebbero distratto beni per non meno di 1.6 milioni. Nonché di fatture per operazioni inesistenti per 792mila euro e altri reati tributari. Mancinelli deve rispondere, in concorso, per due bancarotte legate a Tabec: quella della Econsultinglab e di un’altra società la cui sede fu trasferita a Lisbona. La Econsultinglab fu dichiarata fallita nel ’19, dopo la spoliazione del patrimonio: le rimanenze del magazzino in via De Gasperi, valore 700mila euro, furono svuotate, passaggio che fu filmato dai dipendenti fedeli, i cui video confluirono nell’inchiesta. Le difese, affidate agli avvocati Pier Francesco Rossi (per Mancinelli) e Lamberto Carraro (per Arena), hanno chiesto l’assoluzione. "Arena ha accolto la propria attività sulla base delle esigenze del caso - dichiara Carraro -. Il suo non era un lavoro fittizio, ma lecito, al di fuori dei piani di svuotamento che neppure conosceva".