REDAZIONE REGGIO EMILIA

Tagli alla manutenzione stradale. Provincia e sindaci non ci stanno: "Il governo riveda subito la misura"

Sforbiciata di circa 2 milioni di euro nel periodo 2025-26, 9 milioni sul quadriennio dal 2025 al 2028. Il presidente Zanni: "Scelta scellerata che rischia di compromettere i nostri sforzi e la sicurezza di tutti".

Sforbiciata di circa 2 milioni di euro nel periodo 2025-26, 9 milioni sul quadriennio dal 2025 al 2028. Il presidente Zanni: "Scelta scellerata che rischia di compromettere i nostri sforzi e la sicurezza di tutti".

Sforbiciata di circa 2 milioni di euro nel periodo 2025-26, 9 milioni sul quadriennio dal 2025 al 2028. Il presidente Zanni: "Scelta scellerata che rischia di compromettere i nostri sforzi e la sicurezza di tutti".

di Giulia BeneventiLevata di scudi immediata, da tutti i fronti, contro il taglio alle risorse per la manutenzione delle strade disposto da Roma. La Provincia e i sindaci dei Comuni di Reggio non ci stanno: "Il governo deve rivedere la misura". La motivazione addotta dalle istituzioni locali è semplice: una sforbiciata di questa portata rischierebbe di compromettere i lavori di manutenzione, e quindi la sicurezza stessa, dell’articolato di strade che attraversa tutto il territorio. Percorsi che nel Reggiano, soprattutto dalla collina in su, necessitano di interventi molto seri.

I TAGLIA suonare l’allarme sono state l’Unione Province d’Italia, che vede al suo vertice proprio il presidente della nostra Provincia, Giorgio Zanni, e l’Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili) regionale. L’Upi esprime "profonda preoccupazione" per questa drastica riduzione delle risorse, tanto più che l’Emilia-Romagna figura "tra le regioni più colpite – spiegano –. Tra il 2025 e il 2028 subirà tagli per oltre 66 milioni di euro, pari al 48% delle risorse inizialmente previste". Ancora più grave è la riduzione che interessa il solo biennio 2025-26: "Fino al 70%, con una sottrazione di 38,5 milioni".

Nel Reggiano le percentuali sono identiche: -70% sul quadriennio 2025-28 e -48% sul biennio 2025-26. In concreto, rispettivamente, 2,1 milioni e 9,1 milioni di euro in meno. "Quella operata dal governo è una scelta incomprensibile e scellerata – tuona Zanni – che respingiamo e contesteremo in ogni sede istituzionale, affinché venga rivista".

LA PROVINCIAUlteriore nota dolente rischia di essere il taglio applicato in corso d’anno. Per alcune province potrebbe infatti addirittura significare mollare le redini di gare d’appalto e lavori persino già assegnati alle ditte. "Non è il nostro caso – sottolinea subito il presidente Zanni – ma rende questa decisione ancora meno accettabile".

"All’assemblea che ha riunito a Roma tutti i presidenti delle Province ho sottolineato quanto sia irricevibile questo taglio, mirato proprio alla manutenzione delle strade provinciali – continua –. Tema su cui noi, come Provincia di Reggio, quest’anno stiamo facendo grandi sforzi con risorse nostre". Nell’ultimo bilancio le risorse stanziate per la manutenzione strade sono state infatti triplicate. La somma totale però comprende anche i fondi governativi, quelli che adesso il governo vuole tagliare: "A rimetterci non sono gli enti Province ma tutte le comunità, i cittadini e le imprese del territorio, specialmente quelle di montagna e aree interne, su cui non a caso stiamo investendo ora di più proprio per recuperare il gap manutentivo generato dopo la riforma e i tagli alle province italiane". "Non ci fermeremo di certo – chiosa – ma se verranno confermati questi tagli il Governo si renderà responsabile di seri problemi e ritardi su opere e manutenzioni".

I SINDACI"Le risorse assegnate dallo Stato alle Province sono già da anni insufficienti. Lo sforzo messo in atto dalla nostra Provincia rischia quindi ora di essere vanificato" è la dura critica di tutti i sindaci del Reggiano, di cui si fa portavoce Emanuele Cavallaro, sindaco di Rubiera e coordinatore provinciale Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani).

"I nuovi tagli colpiscono duramente un’infrastruttura già fragile – aggiungono –. Servono fondi certi, strutturali e continui. I Comuni non possono farsi carico da soli di un’emergenza che è ormai strutturale". "Siamo pronti a confrontarci con le istituzioni competenti – concludono i sindaci – e a mobilitarci, insieme ai cittadini, per difendere il diritto alla sicurezza e alla mobilità delle nostre comunità".