Tagliati alberi secolari sani: "Uno scempio"

La denuncia di Falletta (ATA): "Pochi controlli e la gente se ne approfitta. Proporrò anche un progetto con le scuole al sindaco Bini"

Migration

Sos alberi secolari in Appennino: "No al taglio indiscriminato e non necessario delle piante". A lanciare l’appello è Angelo Falletta (in foto), residente a Casina, presidente dell’associazione ATA (Associazione trekking acquatico) e fondatore dell’agriturismo "La collina dei cavalli", nella valle del Tassobio, attualmente gestito dall’ex-sindaco di Casina, Carlo Fornili. "Facendo un’escursione con una scuola nei pressi della chieda di Gombio – spiega Falletta – lungo un sentiero che attraversa boschi di querce, faggi e castagni, con Carlo ci siamo accorti di un vero e proprio scempio perpetrato ai danni dell’ambiente: sei o sette piante secolari in perfetto stato sono state tagliate senza alcun riguardo".

"In Appennino c’è un patrimonio naturalistico incredibile – sottolinea – non siamo contrari alla pratica del taglio degli alberi per la legna, ma c’è un’abitudine consolidata per cui le piante ad alto fusto, sopra certi parametri, non dovrebbero essere tagliate. Si tratta di querce alte 20, 25 metri, con diametro di 90 centimetri o più, piante secolari, di 100, 150 anni, dal grandissimo valore anche paesaggistico". Questo non ferma i taglialegna. "Ci sono persone – denuncia – che approfittando degli scarsi controlli, tagliano i boschi in modo indiscriminato, non hanno alcun rispetto per le piante secolari e ne fanno tabula rasa. Il problema è generalizzato. Ho fatto una segnalazione alla forestale, le istituzioni dovrebbero incrementare i controlli".

Per salvare le piante monumentali dell’Appennino e sensibilizzare i giovani, Falletta ha ideato un progetto che prevede la collaborazione delle scuole e della guardia forestale, e che ha intenzione di sottoporre all’attenzione del sindaco Bini. "Si chiama ‘Progetto nonno albero’ – precisa – consiste nel fare una mappatura, un database di tutti gli alberi più importanti. I ragazzi segnalano e adottano l’albero, gli danno un nome, in modo che i taglialegna non possano più far finta di non saperlo. Questi alberi non sono dei singoli abitanti, ma patrimonio di tutti".

Giuliana Sciaboni