FRANCESCA CHILLONI
Cronaca

Tannetum. Impianto fotovoltaico accanto all’area dell’anfiteatro romano

L’allerta della Soprintendenza archeologica e del paesaggio: "Possibile interferenza di alto grado, realizzare una campagna di indagine magnetometrica, preventivamente all’inizio dei lavori".

Tannetum. Impianto fotovoltaico accanto all’area dell’anfiteatro romano

L’allerta della Soprintendenza archeologica e del paesaggio: "Possibile interferenza di alto grado, realizzare una campagna di indagine magnetometrica, preventivamente all’inizio dei lavori".

Un nuovo impianto fotovoltaico a terra, composto 10.476 moduli aggregati in 452 vele e relativo elettrodotto, sta per sorgere a Gattatico accanto all’area che racchiude i resti dell’anfiteatro romano della antica Tannetum. Il permesso a costruire è già stato concesso dalla Conferenza dei Servizi nei mesi scorsi alla società Iren Green Generation Tech srl. Fari puntati sul cantiere da parte della Sabap (Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio di Bologna, Modena e Parma), che ha imposto una verifica archeologica preliminare "in considerazione del peculiare potenziale archeologico del sito": la zona è infatti tra le più importanti della Reggio romana, non ancora indagata sul campo ma già ben inquadrata grazie a investigazioni che risalgono a una trentina di anni fa. Iren ha deciso che non intaccherà il terreno proprio sopra l’arena in cui 2mila anni fa i gladiatori combattevano all’ultimo sangue, ma è altamente probabile che tutt’intorno vi siano strutture come strade, edifici, e reperti non ancora individuati.

"Per legge l’ente locale non può opporsi in alcun modo all’installazione di questo tipo di impianti – spiega il sindaco Daniele Finucci –. La procedura è iniziata nella scorsa legislatura, e Iren ha intenzione di andare avanti; il Comune otterrà dall’azienda una compensazione di circa 30mila euro e null’altro. Speriamo che tutte le prescrizioni della Sabap siano rispettate e che il cantiere possa essere l’occasione per mettere in valore una struttura di rilevante valore storico per tutto il territorio in quello che potrebbe diventare un parco archeologico".

Una fotografia aerea scattata nel 1996 in località Bertana mostra una struttura sotterranea ellittica sovrapponibile, per forma e dimensioni, al coevo anfiteatro della toscana Roselle (I secolo a.C.) e alla seconda fase dell’anfiteatro di Londra.

Importanti studi e ricerche sono poi stati svolti dal professor Paolo Storchi, lo stesso che dirige da anni la missione archeologica Tannetum al Castellazzo e in altre aree tra Sant’Ilario e Gattatico. Proprio alla Bertana, in un cuneo di terreno agricolo a nord della via Emilia e ad est della zona industriale di Taneto (siamo a poche centinaia di metri in linea d’aria dal circolo Fuori Orario), Iren Green Generation Tech il 24 agosto 2023 acquista i terreni da una società agricola, per poi iniziare le procedure per ottenere l’autorizzazione a realizzare l’impianto per la produzione di energia, "di potenza nominale pari a MWp7,3332", che occuperà una superficie di 8,88 ettari. Oltre ai moduli, sarà composto da 23 inverter, due trasformatori, una cabina di consegna e un cavo interrato di circa 4,4 chilometri per la connessione alla tete elettrica nazionale. Date le caratteristiche del parco fotovoltaico, viene attivata una Pas (Procedura abilitativa semplificata); la comunicazione ufficiale risale al 19 gennaio di quest’anno. In seguito si convoca la Conferenza dei Servizi, con l’acquisizione dei pareri di tutti i soggetti interessati: dall’Aeronautica alla Provincia e all’Arpae, da Rfi all’Anas fino al Ministero della Cultura. Iren ha tra l’altro invia alla Sabap una "Relazione di verifica preventiva dell’interesse archeologico", a cui la soprintendente Francesca Tomba il 12 febbraio replica: il progetto prevede "scavi nel sottosuolo a profondità variabile" e "si colloca in una zona interessata da un’intensa frequentazione di tipo insediativo almeno a partire dalla seconda età del Ferro fino ad età romana e tardo-antica; in particolare, in epoca romana, l’area venne utilizzata per la costruzione di un edificio per spettacoli (anfiteatro), con sottofondazione in frammenti laterizi e malta funzionale all’isolamento dall’umidità per le strutture vere e proprie, realizzate in legno e altri materiali deperibili".

Non solo: il tracciato dell’elettrodotto insiste per oltre 2 km lungo l’asse della via Emilia, per poi attraversare lunghi tratti di aree non urbanizzate dove appunto potrebbero trovarsi ulteriori resti antichi.

La conclusione è chiara: "Sussiste una possibile interferenza archeologica di grado alto per l’impianto fotovoltaico, e di grado variabile da basso a alto per il cavidotto". La Sabap perciò richiede che sia svolta una verifica archeologica preliminare e che "venga realizzata una campagna di indagine magnetometrica, preventivamente all’inizio dei lavori, avente ad oggetto la mappatura georeferenziata del primo sottosuolo e l’individuazione di eventuali anomalie di carattere archeologico" nell’area dove saranno collocati i pannelli. Sulla base dei risultati dell’indagine magnetometrica "saranno pianificate ulteriori indagini archeologiche dirette", cioè scavi. Il tracciato dell’elettrodotto invece "andrà soggetto a controllo archeologico in corso d’opera".

Le verifiche ed i controlli devono essere affidati "ad archeologi di provata professionalità, esterni all’Amministrazione, sulla base di un progetto di indagine approvato" da Soprintendenza, e che opereranno sotto la sua direzione scientifica.