FRANCESCA CHILLONI
Cronaca

Tanti bus ibridi, ma senza autisti: "E i nostri turni sono da 50 ore"

In Seta clima bollente in questi giorni. Secondo la Filt Cgil mancano all’appello settanta assunzioni "L’azienda paga i corsi per la patente al nuovo personale, che poi appena ottenuta va nel privato".

Tanti bus ibridi, ma senza autisti: "E i nostri turni sono da 50 ore"

Tanti bus ibridi, ma senza autisti: "E i nostri turni sono da 50 ore"

"Disservizi su autobus e pullman? Mancano 70 autisti tra Seta e le aziende subappaltatrici come Til. Quelli in servizio sono 200, ma abbiamo un turnover che supera il 100%: su 10 lavoratori che entrano, ne vanno via 12… E l’azienda cosa fa? Per reclutare nuovo personale, propone di pagare la patente a chi desidera fare l’autista, usando denaro pubblico per formare giovani che quando possono scappano nel privato dove si guadagna meglio". Così Giuseppe Ranuccio di Filt Cgil mette in luce una situazione che sta diventando esplosiva in Emilia: "I salari, le condizioni di lavoro, il contesto complessivo in cui si opera non rendono questo un mestiere attrattivo. In più, la governance di Seta rende più difficile la contrattazione sindacale". L’esponente sindacale delinea il quadro generale: "Dopo la Sanità, il Trasporto pubblico è la seconda voce di spesa nei bilanci della Regione, che fa la sua parte. Ma è il Governo che deve fare scelte precise per poter rendere il Tpl efficiente anche in relazione agli obiettivi di transizione ecologica. Anche l’uso dei fondi Pnrr non aiuta: investe solo sul parco-mezzi. Cosa serve acquistare autobus se poi non c’è chi li guida? Il salario degli autisti non è più sufficiente ad aggredire il costo della vita; l’inflazione ha prodotto effetti devastanti e non esistono più, come in passato, alloggi pubblici dedicati ai tranvieri: Reggio in vent’anni è cresciuta a dismisura come popolazione da servire ma non si è investito in nuova edilizia popolare con affitti abbordabili. Così, da quando in Sud Italia si sono riaperti i bandi di concorso per nuove assunzioni, gli autisti che possono tornano nelle città d’origine dove possono contare su un costo della vita più basso".

Il tema salario è una nota bassa e nerissima: "Un autista con salario d’ingresso, guadagna 1580 lordi al mese: le ore settimanali sono 39, ma in realtà l’impegno effettivo è di 50-60 ore settimana se si contano le soste, i tempi morti tra una corsa e l’altra… Ma il Contratto nazionale prevede che non vengano pagate le soste superiori ai 30 minuti". Per "indicizzare" i salari e rimpinguare il fondo di categoria del Tpl, l’associazione nazionale delle imprese di autotrasporto, Asstra, ha avanzato al Governo la richiesta di 5 miliardi di euro: sono arrivati 500 milioni.

Ranuccio aggiunge: "È chiaro che un autista Seta se può va a lavorare su un camion della nettezza urbana di Iren o per un corriere privato, dove non ci sono nemmeno le enormi responsabilità che si hanno nel trasporto persone. Ed è per questo che a nostro avviso non ha senso l’iniziativa di reclutamento: vieni da noi, ti paghiamo la patente. Bisogna fidelizzare i dipendenti garantendo premi di produzione, un integrativo aziendale, servizi di welfare".

Ma la stessa governance di Seta rende però difficile l’intervento del sindacato: una struttura in parte pubblica (tre province con interlocutori politici diversi, Reggio, Modena e Piacenza) e una quota privata in capo alla holding Herm srl e a Tper spa.