
Un cane addestrato punta un tartufo Il nuovo disegno di legge in discussione in Parlamento ne limiterebbe gli spazi di ricerca
C’è grande preoccupazione anche tra i tartufai della nostra provincia per le possibili limitazioni alla raccolta dei tartufi dopo il disegno di una legge nazionale che cambierebbe le regole sulla ricerca. A Colombaia di Secchia di Carpineti, alla trattoria Vezzosi, sabato si è svolta l’assemblea straordinaria dell’associazione tartufai reggiani per illustrare ai propri soci il nuovo disegno di legge 1412 presentato dal senatore Bergesio. "Le nuove norme – spiega Lino Costi, presidente dell’associazione tartufai – penalizzerebbero la raccolta, circoscritta solo in alcune zone. Siamo pronti ad avviare azioni di protesta. Questa nuova proposta limiterebbe in modo irreparabile la pratica della libera cerca ossia la possibilità di andare a ricercare i tartufi nei terreni e boschi non coltivati rendendo un prodotto spontaneo e in alcuni casi non coltivabile un prodotto agricolo: il proprietario del fondo diventerebbe anche proprietario del tartufo".
Anche i tartufai reggiani contestano quindi il nuovo disegno di legge e chiedono urgenti provvedimenti. "Oggi in Italia – dice Costi – è possibile andare a tartufi prendendo il tesserino e cercandoli liberamente nei boschi, terreni non coltivati e terreni demaniali. Il ddl presentato del senatore Bergesio cambierebbe questa pratica tramandata da generazione in generazione che ha reso l’Italia nel mondo il paese più rappresentativo in modo irreparabile. Il testo limiterebbe il territorio dove è possibile cercare il tartufo e faciliterebbe la nascita di riserve (tartufaie controllate) e consorzi dove si privatizzerebbe il prodotto stesso". Per Costi il testo "non è ancora legge: è stato depositato in Senato e sta per essere discuso ed emendato in commissione agricoltura, ma sicuramente ha messo in allarme tutto il settore a livello nazionale".
Matteo Barca