Tempesta perfetta: a rischio molte aziende

La preoccupazione del presidente di Coldiretti Alessandro Corchia: "Caro bollette, siccità e fuga dei clienti: così non si va avanti"

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di Ylenia Rocco

Si prospetta un anno all’insegna delle rinunce, per famiglie ed aziende. Nessuno escluso. Si sa: le disgrazie non vengono mai sole; il grande problema della siccità, assieme al caro energia, infatti rischia di cambiare le pietanze sulle tavole delle famiglie reggiane, arrischiando, conseguentemente, la vita di molte imprese nella nostra provincia. Secondo una ricognizione provinciale effettuata da Coldiretti Reggio Emilia- l’organizzazione degli imprenditori agricoli a livello nazionale ed europeo- le perdite che gravano sulla produzione agricola sono sostanziose.

"Abbiamo stimato che la percentuale di ‘danno’ relativa all’uva da vino è attorno al 25%,-riferisce Alessandro Corchia (nella foto) direttore di Coldiretti della nostra provincia- per i cereali è del 30-35 %, il comparto della foraggera ha avuto una perdita dell’oltre 30 %, per il pomodoro invece siamo sul 20-25%".

Ci sono poi colture secondarie per il nostro territorio ma che ugualmente hanno subito la siccità: "La percentuale di ‘danno’ per la coltivazione del melo è del 40% mentre per la coltivazione delle piante orticole siamo sul 35% e la rimessa è stata maggiore in montagna, dove in alcune zone, rispetto alla pianura, si è riusciti ad irrigare ma il costo energetico è stato elevato".

L’inflazione, per il direttore di Coldiretti, inciderà sui consumi delle famiglie e sugli acquisti, in particolare, di frutta e verdura : "Se da una parte la produzione è calata, dall’altra la distribuzione dovrà adeguare in parte i rincari, questi inevitabilmente incideranno sulla possibilità economica delle famiglie e nell’acquisto di questi prodotti.

Il rischio è che che la richiesta di tali beni diminuisca sempre di più, generando un ulteriore danno per le nostre aziende".

Il pericolo è che "il consumatore scelga di acquistare prodotti dall’estero che non garantiscano gli stessi standard qualitativi e di sicurezza alimentare" spiega Corchia.

A causa dei rincari energetici e delle materie prime, della siccità, e per qualche nuova scelta di acquisto da parte dei consumatori, c’è il timore che qualche azienda sia costretta a chiudere.

"Per quanto riguarda il foraggio, per esempio, circa 800 aziende zootecniche sono colpite dalla crisi.- puntualizza Corchia-. Bisogna poi sottolineare che siamo di fronte ad un calo delle aziende che producono un prodotto d’eccellenza come il Parmigiano Reggiano, che è un comparto trainante per tutta la provincia.

I rincari, a Reggio, gravano particolarmente sulla produzione agricola, che è circa l’80%". L’aumento dei prezzi, per di più, inizia a diventare insostenibile. "Le imprese zootecniche-spiega il direttore di Coldiretti- sono state colpite non solo dall’aumento dei prezzi del gasolio, ma anche dall’incremento dei costi del mangime.

Inoltre, chi ha necessità di effettuare delle concimazioni in alcune tipologie di agricoltura subisce anche il rincaro dei concimi, dovuto alla scarsità della materia prima. La siccità- conclude Alessandro Corchia- ha portato ad un calo della produzione di erba medica e di foraggio per l’alimentazione del bestiame, mettendo in difficoltà pure chi si occupa di colture orticole nella nostra provincia".

Una sorta, insomma, di tempesta perfetta a causa della quale molte aziende agricole vedono mettere in serio pericolo la propria esistenza e, al contempo, potrebbe costare carissimo per il consumatore finale che si vedrà aumentare in modo consistente i prezzi di ciò che andrà ad acquistare. Peggio di così, insomma, non poteva proprio andare.