REDAZIONE REGGIO EMILIA

Tempo pieno alle scuole primarie: "L’offerta di posti è da migliorare"

Sul tempo pieno nelle scuole primarie Reggio è in ritardo rispetto alle città vicine. Nella città del Tricolore, infatti, solo...

Sul tempo pieno nelle scuole primarie Reggio è in ritardo rispetto alle città vicine. Nella città del Tricolore, infatti, solo...

Sul tempo pieno nelle scuole primarie Reggio è in ritardo rispetto alle città vicine. Nella città del Tricolore, infatti, solo...

Sul tempo pieno nelle scuole primarie Reggio è in ritardo rispetto alle città vicine. Nella città del Tricolore, infatti, solo il 47,7% degli alunni iscritti lo frequenta, contro il 64,6% di Parma e l’87,9% di Modena. È la premessa da cui muove un’articolata mozione del Partito democratico - prima firmataria Cinzia Ruozzi - approvata lunedì in sala del Tricolore, per aumentare i posti a tempo pieno nei plessi che già adottano l’orario a 40 ore. Nell’atto si sottolinea che negli ultimi anni la domanda di tempo pieno è cresciuta notevolmente, "spinta da trasformazioni profonde nei modelli familiari e dalle crescenti difficoltà nel conciliare tempi di vita e lavoro". Infatti "l’allungamento dell’età pensionabile dei nonni e l’aumento dell’occupazione femminile hanno ulteriormente acuito l’esigenza di una scuola capace di offrire un servizio educativo esteso e di qualità".

A Reggio Emilia, "nonostante l’impegno del Comune nel rafforzare i servizi di pre e post scuola, il modello a tempo normale mostra i suoi limiti, mentre la richiesta di tempo pieno supera di gran lunga l’offerta disponibile". In risposta a questo squilibrio, viene poi ricordato, "il Comune e l’ufficio scolastico provinciale hanno avviato una riflessione su come impiegare i docenti in esubero, a causa del calo demografico", ma il progetto non è ancora decollato. Per supereare la "cristallizzazione della nostra provincia ferma al 2009 per quanto riguarda il numero delle classi a tempo pieno" i dem chiedono quindi "di attivarsi presso la Regione" affinché venga sottoscritto un patto di collaborazione tra le province "attuando un riequilibrio tra territori che per effetto della maggior percentuale di corsi a tempo pieno attuati nel 2009 e da allora rimasti attivi hanno ottenuto più risorse e quelli che ne hanno ottenute meno".