Terremoto a Reggio Emilia, il geologo: "Nessuno può sapere se avremo altre scosse"

Tozzi: "Ci vorrebbero studi da migliaia di anni"

Mario Tozzi

Mario Tozzi

Reggio Emilia, 22 agosto 2018 - Rassicura, per quanto la scienza possa rassicurare. E dall’alto della sua esperienza invita a fidarsi solo dei siti istituzionali e a diffidare degli allarmisti d’accatto o dei complottisti.  Mario Tozzi, cinquantotto anni, geologo di fama, primo ricercatore presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche, noto al grande pubblico per le sue trasmissioni televisive e per il suo apprezzato ruolo di divulgatore scientifico, approfondisce col Resto del Carlino le caratteristiche e la possibile evoluzione della scossa di terremoto che ha avuto come epicentro Bagnolo in Piano. 

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Professor Tozzi, il terremoto di 48 ore fa ci deve preoccupare?  «Nulla di nuovo sotto il profilo sismico della zona. Si tratta del tipico terremoto delle vostre parti, di quella zona che, per quanto se ne sa a oggi, è in stretta correlazione con quella ferrarese. Sono eventi che si verificano da secoli, con magnitudo discrete e periodicità discontinua».  Insomma, non è possibile fare modelli previsionali? «Checchè ne dica chi vuole allarmare senza motivo prevedere i terremoti è impossibile, ed è, allo stato, oltremodo difficile fare elaborazioni statistiche, dato che si dovrebbe avere a disposizione dati oggettivi almeno degli ultimi tremila anni. Il che è ovviamente impensabile».  Quindi nella zona tra Novellara e Bagnolo e, di converso, in tutta la bassa reggiana sino alla città dovremo sempre convivere con la terra che trema?  «E’ zona sismica, il fatto è noto. Notizie certe in merito le abbiamo a partire dall’epoca dei moti patriottici del 1831, quando si verificò un forte terremoto e ci fu chi ne diede la colpa ai carbonari stessi, per dire.  Poi si cita un sisma di 50 anni più tardi e certamente avrete memoria di quello del 1996, che ebbe una magnitudo molto intensa (4.8 della scala Richter, ndr).  Il futuro, come si dice, è una ipotesi. Potrebbero verificarsene altri nel giro di qualche anno, oppure decennio, ma, davvero, è impossibile saperlo. E, come dicevo prima, è difficile anche ipotizzare un ciclo di periodicità perché occorrerebbe avere dati precisi a partire da migliaia di anni fa».  Ciò che preoccupa le persone è che, generalmente, questi terremoti sono percepiti molto bene, con boato caratteristico e davvero si sente tutto tremare… «Capisco la reazione delle persone, essendo scosse a bassa profondità liberano grande energia attraversando terreno non molto duro e dunque è normale che si percepisca molto. Tuttavia, restando alla scienza, una magnitudo di 3.9 è relativamente bassa e infatti, a quanto mi dicono, non ci sono stati danni».  Come sempre in questi casi è uno scatenarsi di siti allarmisti e opinioni sparse ai quattro venti da supposti esperti. Come tranquillizzare la gente che li legge e magari, involontariamente, li diffonde?  «Sono pagine destituite di ogni fondamento, stupidaggini pure. Unico punto di riferimento ufficiale è il sito dell’Ingv (l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ndr) si guardi quello e ci si fermi lì».