Test rapidi, medici di base a ’lezione’ dall’Ausl

E’ iniziata la formazione per svolgere gli antigenici. Saranno fatti sia negli ambulatori (solo ai contatti non stretti) sia in ospedale

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di Giulia Beneventi

L’accordo col sindacato reggiano Fimmg affinché i medici di medicina generale si attivino per fare i test rapidi è già stato firmato. Manca la parte di formazione, non ancora iniziata, che "un minimo serve - spiega il direttore sanitario Ausl Reggio, Nicoletta Natalini -. Sia pratica per eseguire il test, che teorica per leggere il risultato".

Il percorso formativo dei professionisti verrà svolto in più fasi, non potendo per ragioni di prevenzione seguirlo tutti insieme. "L’accordo è stato preso, a livello regionale, con la Federazione Italiana Medici Medicina Generale - aggiunge Natalini -. Trattandosi tuttavia di un’organizzazione aziendale, daremo la possibilità a tutti di prendere parte a questo percorso".

I tamponi antigenici rapidi, che richiedono circa un quarto d’ora per ottenere l’esito, sono iniziati a metà del mese scorso, con l’installazione di un drive davanti all’ex-ospedale Spallanzani, procedendo a un ritmo di circa 300 test al giorno. Cosa che ha sgravato una parte importante dell’attività dei tamponi ‘lenti’ molecolari, che sono fermi a un massimo giornaliero di 1800. Con questo accordo anche i medici di medicina generale si uniranno alle forze già messe in campo per gli screening dei test rapidi.

Un servizio "previsto sia in ambulatorio che in spazi aziendali - spiega il direttore - con una distinzione dei pazienti. In ambulatorio andranno solo i contatti non stretti, quindi i casi che possono considerarsi non sospetti. Capisco che, talvolta, possa nascere del timore tra chi è stato a contatto con dei contatti, ma sono casi in cui il rischio di contagio è molto basso. Ragione per cui, inoltre, vengono riservati agli ambulatori, che devono rimanere ‘puliti’ dal virus".

Quanto agli spazi aziendali "saranno o gli ambu-Covid, al di fuori dell’orario di normale attività, o i drive per gli antigenici già attivi sul territorio e i medici, a quel punto, diventeranno componenti delle equipe".

Nelle Cra i test rapidi sono già stati consegnati e la formazione degli operatori sanitari, perché eseguano i test sia sul personale che sugli ospiti, sta proseguendo solo per quanto riguarda l’uso dei programmi informatici dell’azienda Usl, un passaggio essenziale e comunque delicato "visto che si tratta di uno screening periodico - chiarisce -, con tempistiche precise e da rendicontare alla Regione".