
di Valentina Reggiani
L’ha colpita ripetutamente, fratturandole il naso e morsicandole le braccia. L’ha privata del cellulare, controllando le sue frequentazioni, l’ha minacciata di morte e le ha imposto la presenza dell’amante in casa, ma anche sul luogo di lavoro.
È scattata venerdì la misura cautelare nei confronti di un 46enne residente a Rubiera e accusato di maltrattamenti nei confronti della moglie. Vessazioni fisiche e psicologiche, minacce di morte a cui l’uomo sottoponeva la vittima anche in presenza dei figli minori.
Il gip Dario De Luca, a fronte dei numerosi indizi di colpevolezza e dei referti medici – che confermavano le lesioni riportate dalla vittima – ha disposto quindi la misura degli arresti domiciliari, ovviamente presso un altro domicilio nei confronti del 46enne accusato di maltrattamenti aggravati e lesioni a partire dal 2007, quindi da ben 16 anni.
Il pm aveva chiesto nei confronti dell’uomo la misura della custodia cautelare in carcere.
In base a quanto emerso dagli accertamenti, svolti dai carabinieri il 46enne spesso si lasciava andare ad eccessi d’ira, prendendo a calci le porte e scagliando oggetti contro il muro per poi apostrofare sistematicamente la moglie con pesanti offese e denigrandola nell’aspetto fisico.
L’indagato colpiva brutalmente la vittima e con frequenza, con calci, pugni e in una occasione spintonandola e prendendola addirittura a morsi. Dalle indagini è emerso inoltre come il 46enne le imponesse pure la presenza della sua amante in casa o sui luoghi di lavoro, controllandole però le frequentazioni e vietandole quelle maschili, privandola del telefono cellulare. ‘Se vai dai carabinieri ti ammazzo’; le aveva giurato lanciandole addosso un coltello da cucina e ferendola al braccio. ‘Ti getto addosso l’acido’ – le aveva giurato.
La vittima in questi lunghi anni di sofferenza, violenza, privazioni, sofferenza non aveva mai trovato il coraggio di denunciare, temendo che il marito sarebbe arrivato a ucciderla se si fosse rivolta ai carabinieri. Nei giorni scorsi, però, dopo l’ennesimo pestaggio, a seguito del quale è finita in ospedale con ecchimosi, morsi e la frattura dell’osso nasale, la donna ha deciso di rivolgersi ai carabinieri di Rubiera che hanno agito immediatamente al fine di tutelare la vittima, difesa dagli avvocati Roberto Ghini e Giulia Testa.
La storia tra i due era iniziata quando la vittima aveva appena 14 anni e il compagno dieci di più. Le violenze erano iniziate nel 2007 – secondo la denuncia della donna – e il marito, appunto, era arrivato ad imporle di convivere con le amanti e di dover accettare la loro presenza addirittura sul luogo di lavoro. A sostenere la vittima nella denuncia, i suoi genitori che, preoccupati, dal momento che la donna non rispondeva al telefono, avevano inviato i carabinieri nella sua abitazione di Rubiera. Il 46enne, infatti, dopo averla pestata le aveva sequestrato il telefono proprio per impedirle di sporgere denuncia.