
Il capogruppo regionale Pietro Vignali critica il sistema dell’Ausl "Risorse sperperate in procedure inutili. Serve un coordinamento serio".
Oltre 3 milioni e 266mila euro di ticket sanitari non pagati si sono accumulati nei conti dell’Ausl di Reggio dal 2018 al 31 dicembre 2024.
Il dato emerge dallo studio svolto da Pietro Vignali, capogruppo di Forza Italia nell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, sul sistema di recupero dei ticket sanitari non riscossi nella nostra regione. Complessivamente, nello stesso periodo le 13 aziende sanitarie pubbliche hanno accumulato ben 55 milioni, "di cui 2,2 sono stati stralciati dalle Ausl e solo 21 milioni sono stati recuperati nel periodo 2021– 2023". Pur essendo una cifra molto importante, quella dell’Ausl di Reggio non è però la maggiore: si colloca infatti a metà classifica, al 7° posto, dopo Bologna, Piacenza, Modena, l’Ausl unica Romagna, l’Ausl e l’azienda ospedaliera di Ferrara. Il recupero dei ticket non pagati nella nostra provincia è gestito interamente dal personale interno, con verifica mensile delle posizioni debitorie, un primo avviso bonario sul Fse e quindi una raccomandata A/R di sollecito dopo 2 mesi, con l’addebito delle spese postali al cittadino e l’intimazione al pagamento entro 30 giorni. In assenza di risposta, si procede con l’iscrizione a ruolo.
Questo spiega come mai il costo del recupero crediti all’Ausl Reggio incida solamente per il 4,63% (terzultimo posto in classifica), a fronte ad esempio dell’Ausl di Parma dove arriva addirittura fino al 126,57%. Il sistema di recupero non è omogeneo su tutto il territorio, e questo crea solamente una gran confusione. "In alcuni casi è perfino più alto il costo per tentare di riscuotere i ticket non pagati, che l’ammontare di quanto recuperato – commenta il consigliere regionale di Forza Italia –. Non si possono spremere i cittadini con nuove tasse e i ticket sanitari e poi sperperare le risorse in procedure non efficienti. Il rischio è quello di creare un grande disordine di procedure, costi fuori controllo e ottenere dei risultati che spesso sono deludenti".
I dati, spiega Vignali, sono tutti stati ricavati da risposte a nostri accessi agli atti dati dall’Assessorato regionale alle politiche per la salute.
Analizzando a livello più generale il problema, il forzista commenta che la Regione "spende 1 milione e 873mila euro per un sistema di recupero che fa acqua da tutte le parti. Vi è difformità di procedure tra le diverse aziende, frutto della completa assenza di linee guida dall’alto. Serve un coordinamento e un lavoro serio per recuperare tutte le risorse che devono essere incassate".
Infine, un altro grande aspetto che Forza Italia reclama è quello di uniformare in tutta l’Emilia-Romagna il messaggio automatico che ricorda un appuntamento: "In molti casi passano mesi se non anni tra la prenotazione e l’effettiva visita o l’esame diagnostico. Una dimenticanza da parte dell’utente è fisiologica, ma porta due svantaggi: le liste d’attesa hanno ‘buchi’ ed è necessario recuperare il ticket. Con un po’ di impegno e l’uso delle nuove tecnologie, sarebbe facile migliorare il sistema ed evitare inutili sperperi".
Francesca Chilloni