Torna la prova d’italiano "Un test da fare scritto"

Il provveditore Paolo Bernardi: "Fondamentale, perche verifica la capacità di ragionare e argomentare. E la seconda prova, tutta interna, è più giusta"

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di Mariagiuseppina Bo

L’esame di Stato è cambiato rispetto all’anno scorso. Ci sarà la prima prova scritta, che è di italiano, le cui tracce arriveranno direttamente dal ministero, poi la seconda prova, sempre scritta, sarà formulata dai docenti dell’istituto dello stesso indirizzo, l’esame si concluderà con la prova orale pluridisciplinare. Al dirigente scolastico provinciale Paolo Bernardi, chiediamo se dopo due anni di pandemia considera una buona soluzione quella adottata dal ministero. Bernardi afferma: "Ritengo, come da sempre, che lo scritto di italiano sia fondamentale, poiché si tratta di una prova che indica chiaramente capacità di argomentare, ragionare, utilizzare la lingua italiana in modo corretto e adeguato. Lo scorso anno non era possibile svolgere questo tipo di prova, ma il suo recupero è importante".

Arriva scritta anche la seconda prova a differenza dello scorso anno…

"Questa prova viene concepita a cura dei commissari interni, come già sperimentato nel 2018. La tipologia è stata già definita, dal ministero, secondo un quadro di riferimento ben preciso, rispetto al numero di quesiti, ai tempi di svolgimento. Se vi sono più classi dello stesso indirizzo, come può accadere ad esempio in un liceo scientifico, tutti i docenti della stessa disciplina dovranno dialogare, riunirsi, formulare tre proposte. Questi docenti contribuiscono a costruire tre prove, per sorteggiare, la mattina stessa del suo svolgimento, il 24 giugno, quella che verrà somministrata. Le altre due vengono messe agli atti, ma non possono essere utilizzate per eventuali sessioni suppletive".

Sono favoriti gli studenti in questo modo?

"Questa prova ha il vantaggio di permettere omogeneità di valutazione tra tutte le classi, è una modalità rispettosa di ciò che si è fatto durante l’anno scolastico, aderente alla programmazione svolta. È successo, a volte, prima del 2018, che dal ministero arrivassero prove non corrispondenti a ciò che a scuola si era effettivamente svolto. Ora, la seconda prova si produce a scuola e gli studenti potranno certamente superarla".

Qual è il lato positivo di questo esame versione 2022?

"È positivo che ministero e docenti si siano sperimentati su una modalità nuova, come la seconda prova, che mi sembra interessante, una buona mediazione, fra ministero e scuole".

I commissari sono tutti interni: sarà tutto più facile?

"Ho svolto il ruolo di presidente anche negli anni scorsi, non ho avuto la percezione di una situazione fuori controllo. I commissari interni sono professionisti della valutazione. Il presidente esterno garantisce equità di giudizio e di confronto fra scuole".

In chiusura… cosa auspica?

"Formulo gli auguri a tutti candidati. Credo che l’esame di Stato sia un evento periodizzante per la loro vita, lo devono vivere con serenità ed il giusto impegno e fiducia, poiché le commissioni sono a loro disposizione per valorizzarli, per far sì che siano soddisfatti e per far fare loro una bella figura".