Scuola, tornano i prof no vax: "A loro ruoli ambigui"

Reggio Emilia: le dirigenti di Secchi, Ariosto-Spallanzani e Zanelli: "Non possono insegnare in classe: questo rischia di creare tensioni e imbarazzo tra i colleghi"

Beatrice Menozzi (dirigente Secchi)

Beatrice Menozzi (dirigente Secchi)

Con la fine dello stato di emergenza, fissata al 31 marzo, iniziano a cambiare le carte in tavola; prime fra tutte, le regole a scuola. Ma se da un lato tornano le gite in giornata e la situazione sul tracciamento e le mascherine si fa più leggera, rimane invece una grossa incognita sugli insegnanti. Chi non è vaccinato potrà tornare in classe dai propri alunni?

Rientrano i prof no vax, presidi in difficoltà

"Il nuovo decreto prevede il rientro in servizio di tutti i professori e maestri sospesi, con il Green pass anche da tampone – ha spiegato Beatrice Menozzi, preside dell’Istituto Secchi e del comprensivo di Quattro Castella –. Tuttavia non potranno affiancare gli studenti ma solo svolgere attività di supporto all’istituto. È una misura un po’ complicata, abbastanza ambigua. Non si impedisce l’accesso al servizio ma neanche lo si garantisce". Una condizione davvero strana, che terrà dunque lontani alcuni insegnanti dai ragazzi e dai bambini ancora per un po’.

"Temo un po’ l’impatto che questa scelta potrebbe avere nel rapporto fra colleghi, generando imbarazzo e tensione – ha continuato Menozzi –. Per quanto riguarda i nostri istituti, stiamo ancora cercando di capire quali compiti affidare a chi tornerà, nel massimo rispetto del loro ruolo di insegnanti".

A differenza del personale Ata, che non avendo alcun tipo di rapporto diretto con gli studenti potrà continuare a svolgere il proprio lavoro effettuando anche tamponi nasali ogni 48 ore, i professori verranno invece come demansionati.

"Personalmente mi dispiace vedere colleghi rientrare con compiti secondari, poiché mi chiedo quali professionalità si possano assegnare loro se non ciò che è tipico del mestiere: insegnare – ha aggiunto Rossella Crisafi, dirigente del liceo Ariosto Spallanzani –. Credo sarà difficile per l’opinione pubblica accettare questo cambiamento. Si è cercato di indurre più persone possibili alla vaccinazione ma molti per principio hanno rinunciato persino allo stipendio. La maggior parte dei miei insegnati è stata comunque corretta e li ammiro tutti per questo".

Ora più che mai servirebbe invece tanto personale: "Gli studenti sono in crescita, poiché stiamo accogliendo i ragazzi ucraini – ha continuato Crisafi –. Perciò abbiamo già deciso le attività da affidare a tutti i professori che torneranno il primo aprile, che sono state oltretutto accettate di buon grado: il servizio in biblioteca e in archivio, lezioni online di italiano agli studenti ucraini e la Dad per chi è gravemente malato. Ma le superiori sono privilegiate; una ipotetica maestra dell’infanzia, il cui rapporto in presenza con i bambini è fondamentale, come farà?".

La preoccupazione più grande, quindi, si incentra questa volta proprio sugli adulti. "Fortunatamente parliamo di pochissimi casi, noi ad esempio ne abbiamo solo due – ha aggiunto Mariagrazia Braglia, preside dello Zanelli –. Ciò che temo però è l’imbarazzo che queste persone potrebbero provare una volta tornate ma senza poter stare dietro alla cattedra. Oppure immagino la tensione che potrebbe scaturire da coloro che si sono vaccinati nonostante non fossero d’accordo e ora vedono una sorta di ‘condono’ per chi non lo ha fatto".

"Penso però – aggiunge – che questo passo sia indispensabile verso la normalità, anche se arrivato negli ultimi mesi di scuola. Forse dovrebbero solo dare un po’ più di tempo alle scuole per digerire le nuove regole". C’è a proposito una novità che potrebbe forse complicare la relazione con le famiglie, disorientandole un po’: "In caso di isolamento, per gli studenti che richiederanno la Dad – dice Braglia – i genitori dovranno infatti presentare un certificato medico sullo stato di salute del proprio figlio. È una cosa su cui chiederemo chiarimenti perché non ne è chiara l’interpretazione".