Traffico illecito di cani, coniugi patteggiano a Reggio Emilia

Operazione ’Crudelia’, sequestrarono 237 cuccioli in Slovacchia rivendendoli online. Per la 30enne pena da 24 mesi, due in meno al marito

L'Operazione Crudelia

L'Operazione Crudelia

Reggio Emilia, 4 luglio 2020 - Era stata ribattezzata operazione ‘Crudelia’, dal nome della cattiva de ‘La carica dei 101’, perché i carabinieri forestali avevano ipotizzato che a capo del sodalizio ci fosse una donna. E come nel famoso cartone animato, i cani erano protagonisti anche di questa storia: i cuccioli, di razza (spesso Bulldog france si), venivano presi in Slovacchia, trasportati in auto e rivenduti in Italia tramite annunci online con documenti e vaccinazioni fasulle. E spesso non sopravvivevano a lungo. Nell’aprile 2019 furono sequestrati 108 cani, che si aggiunsero ai 129 già requisiti grazie a controlli su strada dal 2017 in poi. Il traffico illecito fruttava fino a mezzo milione di euro.

Tre le persone che erano state sottoposte a divieto di espatrio e di dimora in nove regioni: si tratta di una 30enne slovacca ritenuta a capo del gruppo, Isabel Espadova; il coniuge, 37enne di origini napoletane, Antonio Passarelli, e il padre di lei, un 55enne risultato irreperibile. Tutti e tre residenti a Reggio, erano accusati di associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di animali da compagnia, maltrattamento di animali, frode in commercio, falsità in atti e truffa. Altri dodici sono indagati (di cui un uomo e una donna residenti a Reggio e un’altra a Reggiolo).

Davanti al giudice Luca Ramponi, Espadova e Passarelli hanno concordato ieri la pena con il pm Valentina Salvi. La donna, difesa dagli avvocati Luigi Scarcella e Talita Zilli, ha patteggiato due anni, pena sospesa. Lei organizzava i rifornimenti, gestiva i siti internet locali per capire le razze richieste, poi pubblicava annunci su siti nazionali e faceva le consegne. Il marito, assistito dall’avvocato Giulia Incerti, ha concordato un anno e dieci mesi, non sospesi causa qualche precedente. Oltre a partecipare al trasporto, acquistava e compilava, con firme e timbri falsi del servizio sanitario nazionale, i libretti veterinari e gestiva la vendita dei cagnolini. Ora i due sono a piede libero dopo che i difensori hanno chiesto e ottenuto la revoca della misura. Per gli altri dodici si è ancora nella fase delle indagini preliminari.