
Oltre cento anni di carcere. È quanto aveva chiesto il pubblico ministero Giuseppe Amara nei confronti della nota associazione a...
Oltre cento anni di carcere. È quanto aveva chiesto il pubblico ministero Giuseppe Amara nei confronti della nota associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico capitanata da Andrea, Cristian e Gabriele Scarantino, tre fratelli originari di Scandiano e nipoti di quel Vincenzo Scarantino arrestato nel 1992, che dichiarò di aver partecipato alla strage di via D’Amelio a Palermo, in cui perse la vita il magistrato Paolo Borsellino, salvo poi ritrattare.
Ieri, dopo una camera di consiglio durata ore sono arrivate le condanne. Vent’anni per Gabriele Scarantino, 31 anni, il maggiore e colui che teneva le redini del traffico: risulta latitante da che è fuggito dai domiciliari. Il legale aveva chiesto la sospensione del procedimento, ma così non è stato. Quattordini anni e mezzo per Cristian (il pm ne aveva chiesti 18) e 5 anni e quattro mesi invece per Andrea. (Per i quali ne erano stati chiesti otto).
Gli imputati erano in tutto 13. Gli altri narcotrafficanti hanno preso tutti condanne tra i quattro anni e mezzo e gli otto. Il pm Amara aveva sottolineato in aula come quella sgominata dalla squadra mobile e dall’arma fosse una associazione per delinquere ben radicata sul territorio modenese, coinvolta nel narcotraffico sin dal 2015, quindi da quasi dieci anni. Secondo le indagini erano stati proprio i tre a gestire per anni il traffico di stupefacenti che dall’Albania arrivava in città. Fiumi di droga che per lungo tempo hanno attraversato anche il territorio reggiano.
v.r.