Reggio Emilia, 23 ottobre 2024 – È stato trovato senza vita su un materasso adagiato a terra, con la testa in un lago di sangue vicino ad un mobiletto, in un appartamento di un palazzo popolare di via San Girolamo, al civico 18, in pieno centro storico. Una morte quella di Kemes Yazidi, 69 anni tunisino – regolare sul territorio e da quasi quarant’anni in Italia, ma senza fissa dimora – sulla quale magistratura e questura che hanno aperto un’inchiesta al momento senza indagati, vogliono fare luce e non lasciare nulla al caso.
L’allarme è scattato intorno alle 13,30. A rinvenire il corpo è stato Sebastiano, un anziano coinquilino che condivideva l’abitazione di proprietà di Giuliano Chierici. Si tratta di un contesto difficile e di degrado. Kemes da qualche giorno era ospite qui, Chierici era solito dare un alloggio temporaneo a diverse persone, stando a quanto riferiscono anche alcuni vicini del palazzo.
“Martedì sera si sentiva poco bene – racconta Sebastiano – Aveva dei dolori alle gambe, diceva di soffrire di artrosi. Non riusciva a salire sul letto, così gli abbiamo messo un materasso a terra per coricarsi. E si è addormentato, mentre io riposavo su una sedia vicina. Oggi verso l’una (ieri, ndr) non rispondeva e non si muoveva. Allora ho chiamato Giuliano – che in quel momento non era in casa ed è poi arrivato – e così abbiamo allertato i soccorsi”.
Sul posto sono arrivate immediatamente un’ambulanza e un’automedica, ma per Kemes non c’era più nulla da fare ed è stato constatato il decesso. Ma qualcosa non tornava. Kemes è stato trovato in un lago di sangue, proprio in corrispondenza della testa, vicino ad un comodino. A quel punto i soccorritori hanno chiamato il centralino della questura. Sul luogo si sono precipitate quattro volanti. Poco dopo è arrivato il commissario capo Andrea Napoli, dirigente della squadra mobile e gli uomini della polizia scientifica unitamente al medico legale per tutti i rilievi del caso. Infine, ad effettuare un’ispezione, anche il sostituto procuratore di turno Francesco Rivabella.
Gli inquirenti nel frattempo hanno interrogato i due coinquilini come persone informate sui fatti. Almeno per il momento, non sono tra i sospettati. L’ipotesi più accreditata per ora è quella di una morte naturale, così come risulterebbe anche dalle prime risultanze investigative. Non sarebbero emerse discussioni o episodi di violenza. Ne è convinto anche Lotfi, il fratello della vittima, che vive nella stessa strada in un palazzo adiacente.
“Non crediamo sia stato ammazzato – dice insieme ad un amico – Lui soffriva di gravi problemi di salute, aveva l’asma e altre difficoltà motorie. Non si drogava, era una brava persona e senza guai con la legge. Ogni tanto beveva alcolici, ma purtroppo aveva deciso di non vivere più con me. Anni fa lavorava come muratore, ogni tanto faceva qualche mansione saltuaria, ma era disoccupato al momento”.
La salma intanto è stata portata all’istituto di medicina legale di Modena dove nei prossimi giorni verrà eseguita l’autopsia disposta dal magistrato per capire se possa esserci stata violenza oppure no.