Truffa da 391mila euro: a processo

Assicuratore accusato di essersi intascato soldi per polizze mai aperte. Undici vittime dei raggiri

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di Alessandra Codeluppi

Una donna fece due bonifici bancari sul conto corrente personale dell’assicuratore, uno da 30mila euro e l’altro da 50mila, per accendere due polizze: ma i contratti sono risultati contraffatti, cosicché lei ha visto andare in fumo 80mila euro. Un altro cliente emise due assegni da 25mila euro l’uno: ma l’agente non fece alcun investimento, limitandosi a fargli sottoscrivere due modelli di raccolta senza alcun valore e vincolo contrattuale. Una signora ottenne dalla compagnia assicurativa, su consiglio dell’agente, 13mila euro come riscatto parziale di una polizza, per reinvestirli in un altro prodotto da lui consigliato. Lei gli consegnò un assegno senza intestatario, venendo rassicurata che avrebbe apposto lui il timbro dell’assicurazione: ma l’agente si è poi intestato l’assegno e lo ha incassato sul proprio conto, senza fare gli investimenti pattuiti.

Sono le storie di alcune tra le undici persone che hanno subìto un raggiro da loro ex agente assicuratore: il totale delle somme perse ammonta a 391mila euro. Per lui, il 60enne Stefano Artioli, sono state formulate due accuse. Innanzitutto truffa aggravata, per aver convinto i clienti a riscattare polizze, per poi reinvestire il denaro in altri prodotti assicurativi, spesso inventati. Nonché aver usato i moduli senza il numero di contratto, compilati di suo pugno, rilasciato quietanze contraffatte e fotocopiato polizze di clienti per venderle ad altri, dopo averne modificato i dati. Per aver fatto emettere dall’agenzia una polizza vita regolare, per poi comunicare il ripensamento del cliente e riconsegnare le copie del contratto, non prima di aver fotocopiato i documenti che poi avrebbe consegnato ai clienti per incassare i premi. E essersi fatto dare denaro per investimenti che poi non venivano effettuati o facendo emettere assegni intestati alla compagnia che poi erano usati per aprire polizze a favore di altri clienti.

L’altro reato contestato, ai danni di tre persone, è appropriazione indebita di quasi 7mila euro relativi a versamenti aggiuntivi su polizze vita loro intestate Alcuni clienti si sono costituiti parte civile: tra gli avvocati che li rappresentano, figurano Liborio Cataliotti e Alessandra Saccani (studio legale S.L.A.). Stessa scelta l’ha fatta la compagnia assicurativa. Davanti al giudice Silvia Guareschi, ieri l’imputato, difeso dall’avvocato Alberto Bonifacino, ha chiesto di patteggiare mettendo in continuazione con altre sentenze emesse a suo carico, già definitive e con pena sospesa: alla fine si è concordato 1 anno, 3 mesi, 19 giorni con la sospensione condizionale della pena e multa di 627 euro. "Il mio assistito ha perso 80mila euro - racconta l’avvocato Saccani - ma l’assicurazione si è rifiutata di risarcire sia lui sia gli altri, sostenendo che non fosse dovuto. Ora proseguiremo con l’azione civile".