Truffa dei diamanti, imprenditore 53enne ottiene il risarcimento

Ha trovato un accordo con la banca, che gli verserà un risarcimento. E terrà con sé anche i diamanti. L’ammontare totale non raggiunge i 50mila euro che lui, un imprenditore reggiano, aveva speso nel 2015 per comprare le pietre preziose, ma è stato preferito ai tempi più lunghi della giustizia: a seguito di questa transazione con l’istituto di credito (Bpm), l’uomo, infatti, ha deciso di uscire dal processo in cui si era costituito parte civile, tutelato dall’avvocato Raffaella Pellini che lo ha assistito nella trattativa. Parliamo dell’udienza preliminare, in corso a Milano, scaturita dalla mega inchiesta del 2016 sui diamanti venduti dalle banche, anche per un valore cinque volte oltre a quello reale di mercato, a diversi vip, ma anche a numerosi clienti che si fidavano del loro istituto di credito.

L’imprenditore reggiano 53enne aveva fatto acquisti anche nel 2011, ma per questi è scattata la prescrizione. Per quelli di quattro anni dopo, in cui lui aveva investito parte dei risparmi familiari come forma di diversificazione del patrimonio, era stato ammesso al processo come soggetto danneggiato.

Il gup Manuela Scudieri aveva sfrondato la lunga lista di coloro che si candidavano a parti civili nel procedimento per quella che la pm Grazia Colacicco inquadra come una maxi truffa sulla vendita di diamanti a prezzi gonfiati: a 500 milioni ammonta la stima dei presunti profitti illeciti, che vedono imputate 105 persone e cinque società, tra cui istituti di credito.

al.cod.