La truffa delle mascherine a Reggio Emilia, due imprenditori rischiano i domiciliari: chi sono

Operazione ’The Mask’, il Riesame accoglie il ricorso del pm sulle misure cautelari. Provvedimento non esecutivo, Paris e Scarfone potrebbero andare in Cassazione

Il sequestro dei dispositivi medici da parte delle Fiamme Gialle

Il sequestro dei dispositivi medici da parte delle Fiamme Gialle

Reggio Emilia, 22 marzo 2023 – Ora rischiano gli arresti domiciliari. Il tribunale del Riesame ha accolto il ricorso della Procura sulla richiesta di misura cautalre nei confronti di due imprenditori indagati – il trentino Paolo Paris e Lorenzo Scarfone, residente nel reggiano e tra i coordinatori provinciali di Italia Madre, il partito di Irene Pivetti – nell’ambito dell’inchiesta ‘The Mask’.

L’operazione della guardia di finanza aveva portato alla luce nel maggio 2020 – in pieno periodo di pandemia – la presunta irregolarità del maxi appalto per la fornitura di cinque milioni di mascherine (chirurgiche e Ffp2, risultate prive di conformità) con un bando affidato in forma diretta dall’Ausl di Reggio alla Commodity Guideline Partner, ditta individuale di Trento.

Corruzione, truffa aggravata, frode nelle pubbliche forniture, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, le ipotesi di reato, a vario titolo, formulate dal sostituto procuratore Marco Marano che ha iscritto nel suo registro sei persone. Oltre ai due imprenditori e due intermediari – un francese e uno spagnolo, attivi nel commercio di dispositivi medici – nei guai anche l’ex risk manager ora in pensione nonché già vicepresidente dell’ordine dei medici Pietro Ragni (accusato di corruzione per una bicicletta elettrica regalatagli da Paris e Scarfone) e Giovanni Morini, responsabile servizio prevenzione e protezione dell’azienda sanitaria locale.

La Procura aveva chiesto il sequestro del presunto profitto del reato, calcolato in oltre due milioni di euro nei confronti degli indagati (escluso Ragni che non compare in questo singolo procedimento), non accolto però dal gip. Nel settembre scorso il Riesame di Reggio (competente in materia di misure patrimoniali), su ricorso del pm, ha però rigettato. Il gip inoltre aveva negato anche la misure cautelare degli arresti domiciliari ai due imprenditori richiesti dalla procura che però ha impugnato la decisione. E stavolta il tribunale della libertà di Bologna ha accolto il ricorso rafforzando così l’impianto accusatorio e ‘sconfessando’ di fatto il Riesame sulle misure patrimoniali . Il provvedimento diventerà esecutivo entra 30 giorni dal deposito delle motivazioni avvenuto nei giorni scorsi; ma gli avvocati difensori dei due imprenditori potrebbero ricorrere in Cassazione per evitare i domiciliari.