Truffavano gli anziani e li derubavano del bancomat In undici ora chiedono di patteggiare la pena

In tutto erano state indagate 48 persone, alcune imparentate con mafiosi. Solo nel Reggiano 50 episodi.

Undici persone hanno chiesto di patteggiare la pena col pm Giulia Stignani. È quanto emerso dall’udienza di ieri davanti al giudice Silvia Guareschi, scaturita dall’operazione ‘Ghost’ condotta dai carabinieri di San Polo e culminata nel giugno 2022 in 16 arresti, di cui 13 in carcere e 3 ai domiciliari. In tutto erano state indagate 48 persone, tra cui alcuni calabresi imparentati con soggetti che hanno precedenti per reati mafiosi. Per loro sono state formulate a vario titolo le accuse di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di furti, uso indebito di carte di pagamento, truffa, riciclaggio e falso. Nella nostra sola provincia sono stati conteggiati oltre cinquanta furti. Le indagini, coordinate dal pm Stignani, iniziarono nell’ottobre 2018, quando nella canonica della parrocchia di San Polo fu rubato al sacerdote il bancomat coi codici di utilizzo. Gli imputati che hanno deciso di concordare la pena col pm Stignani sono difesi dagli avvocati Cecilia Soliani e Nicola Tria, Luigi Scarcella, Massimiliano Pergetti e Liborio Cataliotti: le undici posizioni saranno definitive nella prossima udienza in luglio. Nell’inchiesta ‘Ghost’, così ribattezzata dai carabinieri per la difficoltà di individuare delinquenti abili nel nascondersi, sono emerse 212 truffe e 55 furti, per un bottino sul milione di euro. Le vittime erano soprattutto anziani, intercettati nei parcheggi dei centri commerciali, distratti e derubati di bancomat o postamat, coi codici.

Alessandra Codeluppi