"Tumori, a Reggio Emilia il più alto tasso di sopravvivenza"

Pinto (direttore oncologia): "Merito dell’alta adesione agli screening"

Carmine Pinto, direttore dell’Oncologia Medica dell’Ausl-Irccs di Reggio Emilia

Carmine Pinto, direttore dell’Oncologia Medica dell’Ausl-Irccs di Reggio Emilia

Reggio Emilia, 16 giugno 2019 - Grazie all’alta adesione agli screening e ai rapidi e strutturati percorsi di assistenza e cura, Reggio Emilia presenta i valori più elevati di tutta Italia nella sopravvivenza per i tumori del colon-retto. Lo stesso vale per il tumore della mammella che, a fronte di 500 nuove diagnosi ogni anno, vede oltre 5mila donne in vita con una diagnosi pregressa per questa neoplasia.

Nella nostra provincia si registrano ogni anno circa 4mila nuovi casi di cancro. I tumori più frequenti riguardano polmone (15%) e prostata (15%) negli uomini e mammella (30%) e colon-retto (10%) nelle donne. Come nel resto del Paese, anche a Reggio si riducono i tumori del polmone e della prostata negli uomini e quelli del colon-retto in entrambi i sessi, mentre si registra un lieve aumento del tumore del polmone nelle donne.

Come documentato dal Registro Tumori provinciale, la nostra città presenta tra gli altri i valori più elevati di tutta Italia nella sopravvivenza per i tumori del colon-retto: più casi di tumore diagnosticati in stadio iniziale e più riscontri di precursori per questa patologia neoplastica che vengono eliminati quasi sempre per via endoscopica.

«Si tratta – spiega Carmine Pinto, direttore dell’Oncologia Medica dell’Ausl-Irccs di Reggio Emilia  – di dati estremamente positivi e correlati all’elevata adesione allo screening per i tumori del colon retto mediante la ricerca del sangue occulto nelle feci dei cittadini, nonché alle capacità assistenziali e di presa in carico del paziente oncologico da parte dei sanitari».

«A fronte dei dati positivi che riguardano la sopravvivenza per tumori a 5 anni per donne e uomini – afferma Carmine Pinto, direttore dell’Oncologia Medica dell’Ausl-Irccs di Reggio Emilia e consulente scientifico del seminario -, persistono forti differenze sia per sede tumorale che per genere. Se da una parte si confermano sedi a buona prognosi la tiroide (93%), la prostata (92%) e la mammella (87%), dall’altro restano sedi a cattiva prognosi l’esofago (13%) e il pancreas (8%). Quanto alle differenze di genere, invece, pensando ad esempio all’impatto della riduzione del fumo di sigaretta, se nel sesso maschile questo è molto forte per quello che riguarda il cancro del polmone, lo stesso non può dirsi per le donne, dove invece l’incidenza e la mortalità per cancro polmonare continua a crescere».