STEFANO CHIOSSI
Cronaca

Turisti: lenta salita nei primi sei mesi Boom nella Bassa, crolla l’Appennino

I dati dell’ufficio statistico regionale fino a giugno: Reggio città registra un +8,9% (Modena il 26%). I giorni di maggiore affluenza? I concerti della Rcf Arena e la visita del presidente Sergio Mattarella.

Turisti: lenta salita nei primi sei mesi  Boom nella Bassa, crolla l’Appennino
Turisti: lenta salita nei primi sei mesi Boom nella Bassa, crolla l’Appennino

di Stefano Chiossi

Turismo in risalita, ma senza esagerare. È un quadro da ‘vorrei ma non posso’ quello che emerge nei primi sei mesi del 2023 della nostra provincia, seguendo i dati pubblicati pochi giorni fa dalla regione Emilia Romagna: certamente in crescita rispetto all’anno scorso (+8,9% con oltre 152mila turisti ‘sbarcati’ da gennaio a giugno) a far assaporare un rilancio, ma allargando l’orizzonte alle altre province il boccone rischia di diventare amaro: Modena è al +26%, Parma +15% e peggio di noi fanno solo Ravenna (+8,5%) e Cesena (7,9%) vessate a più riprese dal maltempo per le note vicende legate all’alluvione. Senza dimenticare che il confronto con il 2019, ovvero l’epoca pre-Covid, continua a essere impietoso con un netto -24% sugli arrivi.

L’analisi regionale indica un particolare gradimento per le città d’arte, le località collinari e anche quelle dell’Appennino, come ha ribadito soddisfatto l’assessore Andrea Corsini: "Il turismo ‘tiene’ nonostante le due alluvioni e una stagione estiva che di fatto è partita pienamente solo a luglio".

Ma guardando in casa, l’andamento dell’Emilia Romagna non corrisponde esattamente a quello della provincia di Reggio, soprattutto per quanto riguarda la montagna, la vera nota dolente di questi primi sei mesi. La Regione ha infatti diviso il nostro territorio in macroaree: i Comuni collinari fanno effettivamente registrare il segno ‘più’ (7,4% rispetto al 2022), mentre faticano Ventasso (-31% e addirittura -65% rispetto al 2019) e i restanti Comuni dell’Appennino (crescita minima del 3,8%); tiene invece la ‘mosca bianca’ Castelnovo Monti, in crescita del 10% anche rispetto al periodo pre-Covid. Se la montagna non sorride, sorprendono gli ottimi numeri della Bassa, spinta soprattutto dal turismo rappresentato dagli stranieri: Bagnolo, Guastalla e Reggiolo fanno segnare cifre roboanti fino al +91%, considerando come con numeri ridotti anche una minima differenza tende a far schizzare le percentuali. Infine il distretto ceramico, che si difende bene sia con Rubiera che con Scandiano. L’analisi regionale ha anche tenuto conto (nel limite del possibile) del tipo di turismo presente in ogni provincia: seguendo i dati, a Reggio emerge maggiormente un ‘mordi e fuggi’ considerando che a fronte della già citata crescita dell’8,9% per le presenze, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso i pernottamenti sono saliti di soli 2,5 punti percentuale, con gli hotel in netta predominanza (superiore all’80%) rispetto alle altre strutture ricettive come campeggi, villaggi turistici, agriturismi, Airbnb e altre tipologie. Per quanto riguarda lo specifico caso del capoluogo sono stati confermati i numeri già snocciolati nelle settimane scorse dell’assessore comunale al turismo Annalisa Rabitti, con oltre 53mila presenze (+9% rispetto all’anno scorso), ma sempre in calo (-28%) confrontate al 2019, nonostante un buon incremento per quanto riguarda la componente stranieri (+29%).

Nell’analisi manca inevitabilmente l’indotto generato dal concertone di Harry Styles, ma spulciando giorno per giorno si nota un buon impatto durante i concerti di Zucchero e di ‘Italia Loves Romagna’ con pernottamenti superiori alle mille unità, così come la visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella datata 29 aprile, ovvero il giorno con più ‘presenze’ in città di questo primo semestre.