ALESSANDRA CODELUPPI
Cronaca

Tutino entra in aula. L’ex assessore imputato nel processo sugli appalti

Responsabile della mobilità nella precedente giunta, risponde al giudice "Chiamai per l’affidamento perché ero molto operativo e seguivo le pratiche".

Tutino entra in aula. L’ex assessore imputato nel processo sugli appalti
Tutino entra in aula. L’ex assessore imputato nel processo sugli appalti

Parola agli imputati nel processo sui presunti appalti pilotati del Comune. Davanti alla Corte (giudici Sarah Iusto, Matteo Gambarati e Francesca Piergallini), ieri ha sfilato l’ex assessore alla Mobilità Mirko Tutino, accusato di rivelazione di segreto d’ufficio per due episodi. Al centro il maxibando sulla gestione della sosta e altri serviz. Il pm Giulia Stignani chiede lumi su un’intercettazione del 9 settembre 2016. Tutino dice al dirigente comunale Roberto Montagnani che alle 13 sono scaduti i termini per il deposito delle domande. Il magistrato chede come mai lui avesse interesse a sapere. "Il bando riguardava l’affidamento di servizi importanti per i cittadini reggiani. È abbastanza normale che un amministratore pubblico si chieda tempi e modalità delle concessioni". Il pm obbietta: "Sì, ma era passato solo un quarto d’ora dalla chiusura delle domande, lei aveva premura...". E Tutino: "Da amministratore sono sempre stato molto operativo, sapevo qual era la scadenza e che c’era una partecipata del Comune che aveva presentata un’offerta, la Til, quindi ero curioso". Riferisce di "proroghe a fine 2015 e una a inizio 2016: i gestori faticavano a programmare nuovi investimenti. C’era un parcheggio che aveva seri problemi di sicurezza, il gasometro, e richiedeva interventi". Si sofferma poi sui fatti contestati. Come aver detto a un lavoratore della Camelot che era stata presentata una sola domanda per il bando: "Lui aggiustava le bici dei pendolari in un deposito nei parcheggi della città. Siccome dava lavoro a persone in difficoltà, era preoccupato di poter continuare. Quand’ero assessore, ho fatto qualche migliaio di chiacchierate di questo tipo con i cittadini...". Infine l’episodio in cui suggerì a un cronista reggiano di simulare di aver saputo durante la seduta che era stata presentata un’unica candidatura. "I giornalisti faticano a essere sempre dappertutto - spiega Tutino - Gli ho solo fatto un favore". Rispondendo all’avvocato Valeria Miari, spiega poi che "l’assemblea di Act aveva deliberato che tutte le partecipate dovessero concorrere alle gare pubbliche. Per Til, gestore uscente, non farlo avrebbe comportato la dismissione di personale e mezzi con ricadute sulla collettività". Fa puntualizzazioni anche su un viaggio a Milano nel novembre 2016: "La legge Madia limitò la possibilità delle aziende pubbliche di gestire servizi. C’era l’ipotesi che Til potesse essere dismessa. Così andai da un avvocato di diritto societario che fece un parer". Tutino, intercettato, disse che aveva incontrato "un avvocatone par salvare la Til dalle grinfie di Renzi".