ALESSANDRA CODELUPPI
Cronaca

Uccise il padre e cercò di avvelenare la madre, confermate condanna a 24 anni e premeditazione a Marco Eletti

I giudici della Corte d'Assise d'Appello hanno ribadito il verdetto emesso in primo grado dal tribunale reggiano: 24 anni e 2 mesi e l'aggravante della premeditazione, che invece gli avvocati difensori Domenico Noris Bucchi e Luigi Scarcella ritengono insussistente: “Ricorreremo in Cassazione”

Marco Eletti in tribunale: è stato condannato a 24 anni e 2 mesi (foto d'archivio)

Marco Eletti in tribunale: è stato condannato a 24 anni e 2 mesi (foto d'archivio)

San Martino (Reggio Emilia), 12 maggio 2025 - Si è aperto e concluso oggi il nuovo processo in Appello che vede imputato Marco Eletti per il doppio gesto sanguinario verso i suoi familiari: la morte di Paolo Eletti, il 58enne che lo allevò e di cui portava il cognome ma che, come emerso da un'indagine difensiva, non era il padre biologico; il tentato omicidio della madre Sabrina Guidetti. I giudici della Corte d'Assise d'Appello hanno confermato quello che fu il verdetto emesso in primo grado dal tribunale reggiano: 24 anni e 2 mesi.

In particolare il tribunale di Bologna ha di nuovo confermato l'aggravante della premeditazione, contestata dalla Procura e che invece gli avvocati difensori Domenico Noris Bucchi e Luigi Scarcella ritengono insussistente.

A San Martino, il 24 aprile 2021, nella casa dei genitori il giovane stordì la madre con bignè riempiti di benzodiazepine, mandandola in coma, e uccise a martellate Eletti. Per entrambe le accuse - l'omicidio del 58enne e quello tentato della mamma - furono formulate le aggravanti della premeditazione e dei futili motivi, nonché quella di aver colpito un ascendente (Paolo Eletti) che poi cadde.

L'imputato fu condannato sia dal tribunale reggiano - davanti al quale confessò la responsabilità - sia nel primo processo in Appello a 24 anni e 2 mesi. Non è stata trovata una spiegazione univoca sulla causa che lo spinse a uccidere: i futili motivi caddero in primo grado. La premeditazione fu invece riconosciuta dai giudici reggiani e anche in Appello. Secondo i legali di Marco Eletti fu pianificata invece solo l'aggressione alla madre, ma non quella al 58enne, il cui delitto sarebbe stato frutto, a loro dire, di un gesto d'impeto.

Ricorrendo in Cassazione, nel novembre 2024 la difesa aveva ottenuto l'annullamento della sentenza di secondo grado e il rinvio in Appello per un nuovo processo, quello che è stato celebrato oggi, incentrato sulla sussistenza o meno dell'aggravante. "Fin dall'inizio abbiamo sostenuto che la prova della premeditazione non c'è",  ribadiscono gli avvocati Bucchi e Scarcella che dopo il verdetto hanno preannunciato: "Una volta lette le motivazioni, che saranno depositate entro 90 giorni, ricorreremo in Cassazione".