Un anno e mezzo di illusioni. Di annunci, di rinvii e di rilanci. Silk-Faw si era presentata nell’aprile 2021 in città, proclamando un investimento da un miliardo di euro e cinquemila nuove assunzioni a Gavassa, per uno stabilimento produttivo in un’area pari a 30 campi da calcio, per realizzare le hypercar elettriche di lusso sportive. "Reggio da oggi entra nella Motor Valley", gongolava il sindaco Vecchi. "Ci diano il premio Nobel per la pace per questo progetto Usa-Cina", gonfiava il petto il presidente della Regione, Stefano Bonaccini. Garanzie importanti per l’azienda, con la regia in Oriente di Romano Prodi. In pochi mesi Silk-Faw svela rendering dello stabilimento affidato al noto studio Geza di Udine e anche il primo prototipo di auto futura "Made in Reggio", la Hongqi S9 nei grandi saloni dell’auto, con la livrea griffata dallo star designer Walter de Silva. Sembra tutto perfetto. A gennaio iniziano il calvario. Il rogito ancora non è siglato, i lavori non partono, i silenzi si fanno assordanti, i rumors ancora di più tra presunti fornitori non pagati e dipendenti che se ne vanno. E soprattutto l’addio dei top manager a capo del progetto. Scoppia la guerra in Ucraina che complica i rapporti geopolitici fra la testa delle due compagini (Usa e Cina). La politica locale prende tempo e ne concede. Fino a un certo punto però, quando i nuvoloni della tempesta si affacciano sulla città e sulla faccia spesa dalle istituzioni. Arriva l’ultimatum spalle al muro di Regione e Comune. Il game over era dietro la curva. Ma ieri l’ennesimo colpo di scena col rilancio di Silk-Faw sul progetto. Sicuramente, che si concluda positivamente (ce lo auguriamo per lo sviluppo di Reggio e per i nuovi posti di lavoro) o negativamente, sarà davvero l’ultimo stavolta. dan. p.