Un anno e mezzo di annunci e promesse Tra gli imbarazzi e ultimatum della politica

Un anno e mezzo di titoli, di annunci, di proclami, di promesse (per ora non mantenute) e di ultimatum lanciati dalla politica – fino a quel momento festante – svegliata dal campanello d’allarme. Era il 30 aprile 2021 quando venne anticipato l’arrivo della joint venture delle auto elettriche di lusso sportive che scelse Reggio – battendo la concorrenza con Modena – e in particolare l’area di Gavassa (pari a trenta campi da calcio) per insediare il maxi stabilimento produttivo per un miliardo di investimento e 5mila assunzioni. Nonché un futuro casello autostradale dedicato sul modello Philip Morris a Valsamoggia (tant’è che l’advisor scelto dal Comune, Eugenio Sidoli – oggi a.d. di MaxMara, anni fa proprio alla multinazionale del tabacco).

Il 4 maggio, arrivò l’annuncio ufficiale: "Progetto di portata mondiale", dissero tutti, dall’azienda fino alla politica che gongolava, tra il sindaco Luca Vecchi e il governatore Stefano Bonaccini (che parlavano addirittura di "premio Nobel per la pace", per esser riusciti a mettere insieme una realtà americana con una cinese), ma anche di Romano Prodi, da sempre con un filo diretto con l’Oriente, che ha lavorato dietro le quinte. A maggio 2021 cominciano i primi mugugni dei detrattori (ma nessuno ci fece caso, perché non si può mettere d’accordo tutti). "Il nostro piano industriale è solido", replicò Silk-Faw. A giugno il presidente Jonathan Krane rilanciò: "Daremo vita a un modello unico e vincente". A fine giugno comunicano il vincitore dello studio architettonico per progettare il polo. Il 5 settembre viene presentato il primo prototipo di Hongqi S, al salone di Milano, poi esposto a fine settembre al Tecnopolo con tanto di foto fra il sindaco Vecchi e Katia Bassi. A fine dicembre, sul nostro giornale, il cto Roberto Fedeli fissava la data: "Entro il 2023 le prime auto"; pochi mesi dopo il manager dà l’addio. A gennaio 2022 – esclusiva del Carlino – si scopre che il rogito per l’area di Gavassa non è stato perfezionato. Da qui si addensano le nubi: Regione e Comune tirano il freno, congelano i fondi e lanciano una serie di ultimatum. Il rogito non si chiude, poi sorgono i problemi con gli stipendi dei dipendenti e scatta un’inchiesta della Procura. L’azienda ri-promette: "Entro il 5 agosto facciamo tutto". Ma ancora niente. Oggi ancora un’altra promessa. Per ora è il teatro dell’assurdo. Come andrà a finire...?

dan. p.