Omicidio Ilenia fabbri, un caffè dopo il delitto: la lucidità di Barbieri

Lo ’zingaro’, reo confesso per l’uccisione di Ilenia Fabbri a Faenza, ha raccontato di aver assunto cocaina nei tre giorni precedenti

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Il processo per l’omicidio di Ilenia Fabbri, commesso il 6 febbraio 2021 a Faenza nella sua casa di via Corbara, è alle battute finali. Ieri un’udienza lampo, la prima di due dedicata ai testimoni della difesa, ha aggiunto ben poco a un procedimento che si avvia a un finale già scritto per Claudio Nanni, il 55enne ex marito e presunto mandante. Neppure la figlia Arianna gli crede più: la versione resa dal padre la scorsa udienza – cioè di avere dato incarico un sicario solo per spaventare la ex – "non ha convinto la ragazza che ora è veramente smarrita e molto delusa", ha detto il suo legale di parte civile, l’avvocato Veronica Valeriani. Potrebbe invece riservare maggiori sorprese il conteggio della pena per Pierluigi Barbieri, il 53enne omicida reo confesso residente a Bagno, che punta molto sulla perizia psichiatrica: se concederla o meno, la Corte d’assise potrebbe valutarlo già nella prossima udienza del 9 febbraio.

Intanto le testimonianze di ieri hanno offerto, di Barbieri detto lo Zingaro, cervese domiciliato a Reggio Emilia, il ritratto di una persona segnata da problemi di tossicodipendenza a fasi alterne, che per tre giorni di fila, prima di uccidere Ilenia con un coltello, aveva abusato di cocaina. Luana Oddi, medico del servizio dipendenze patologiche di Reggio Emilia, ha spiegato che l’uomo si presentò l’8 febbraio 2021, due giorni dopo l’omicidio, quando ancora non si sospettava di lui, riferendo di avere ripreso a sniffare cocaina per smaltire lo stress accumulato durante un processo che lo vedeva coinvolto (per estorsione). In particolare l’aveva assunta in dosi consistenti nelle giornate del 3, 4 e 5 febbraio, cioè anche il giorno prima di uccidere. Droga che, a dire di Barbieri, gli aveva dato Nanni. Dagli accertamenti emerse anche un disturbo bipolare.

La psicologa Simona Brunelli, invece, ebbe in cura Barbieri nel gennaio 2017, dopo un incidente in moto del luglio 2016: "Lamentava perdita di memoria, che a fine percorso riabilitativo riuscì a recuperare". I suoi avvocati, Marco Gramiacci e Simone Balzani, puntano a una perizia che possa certificare una parziale incapacità di intendere e di volere al momento del delitto, al momento non restituita dalle testimonianze.

Un conoscente di Barbieri ha raccontato che quella mattina del 6 febbraio il killer passò dalla sua casa di Russi per bere un caffè, e questo appena un’ora dopo avere commesso l’omicidio. "Mi aveva chiamato il giorno prima dicendomi che probabilmente sarebbe passato da Ravenna - ha detto -, senza spiegarmi il motivo. Ma non mi aspettavo che avrebbe suonato al campanello poco dopo le 7. Io stavo ancora dormendo. Gli preparai un caffè, mi chiese di potere andare in bagno". La chiacchierata, intavolata sul discorso delle moto, passione comune per la quale si erano conosciuti, e sulla nuova compagna del padrone di casa, durò una decina di minuti. Mi diceva che aveva avuto problemi dopo l’incidente, che prendeva delle medicine per gli sbalzi di umore. Lo vedevo più depresso e più spento, prima era più attivo".

Lorenzo Priviato