MATTEO BARCA
Cronaca

Un cippo nel luogo del pestaggio mortale. La comunità rende onore alla memoria di don Ennio

Domani pomeriggio, alle 15 in località Bora di Montalto, sarà inaugurato un cippo commemorativo di don Ennio Melioli cui...

Don Ennio Melioli

Don Ennio Melioli

Domani pomeriggio, alle 15 in località Bora di Montalto, sarà inaugurato un cippo commemorativo di don Ennio Melioli cui è intitolata l’unità pastorale Vezzano-Puianello.

L’iniziativa è promossa dall’unità pastorale e dalla parrocchia di Montalto.

Il cippo è stato posato nel luogo dove 80 anni fa avvenne il pestaggio che, l’anno successivo, portò alla morte del sacerdote che fu parroco di Montalto dal 1944 al 1946. Alla cerimonia interverranno il parroco don Massimiliano Giovannini, l’architetto Angelo Dallasta (direttore ufficio beni culturali della diocesi di Reggio-Guastalla), il sindaco di Vezzano Stefano Vescovi e l’ingegnere Lucia Giaroli in rappresentanza del gruppo che ha promosso l’iniziativa. Per chi ne avesse necessità, sarà attivo un servizio navetta con partenza dal parcheggio della Polisportiva Montalto in via Ca’ de Miotti e dal parcheggio della chiesa parrocchiale in via Francesco Lolli. "Don Ennio Melioli – ricorda Lucia Giaroli – una notte di maggio del 1945, di ritorno da una funzione che aveva concelebrato nella chiesa di Casola Querciola, venne aggredito e selvaggiamente picchiato con un sacchetto di sabbia. Tale tecnica aveva lo scopo di danneggiare polmoni e organi interni senza lasciare lividi sulla pelle. Morì l’anno successivo, a soli 33 anni e dopo una penosa agonia per le conseguenze del pestaggio e senza mai denunciare gli aggressori, a lui ben conosciuti essendo suoi parrocchiani".

Per il parroco don Massimiliano questo tempo "ci parla, anzi ci grida, l’urgenza di testimoni, gente appassionata di Vangelo, che sa viverlo nel concreto della storia. Don Ennio Melioli è stato un prete semplice, umile, intelligente, che ha amato la sua gente e ha fatto diventare il Vangelo vita nella sua vita fino al dono totale di sé".

Matteo Barca