"Un Commissario per la siccità E a Vetto si costruisca la diga"

Centinaio, vicepresidente del Senato, promuove l’invaso. Il Comitato replica al professor Valloni

"Un Commissario per la siccità  E a Vetto si costruisca la diga"

"Un Commissario per la siccità E a Vetto si costruisca la diga"

di Francesca Chilloni

Siccità, subito il Commissario. Bene la diga di Vetto. È in sintesi quanto il vicepresidente del Senato, Gian Marco Centinaio (foto in alto a destra), ha dichiarato martedì durante la sua visita al quartier generale di Parmacotto Group, dove si è tenuto un tavolo di confronto sulla promozione e la diffusione del Made in Italy sui mercati esteri.

Rispetto alla crisi idrica che attanaglia le zone del Parmigiano-Reggiano ha spiegato che "nel breve termine, il Governo deve affrontare la questione nominando prima possibile un Commissario. Deve essere un tecnico con potere di obbligare i gestori del bacini idroelettrici e dei grandi laghi prealpini a rilasciare acqua".

Rispetto alle infrastrutture, "sul medio e lungo periodo, ben venga la costruzione di invasi e dighe, come quella di Vetto".

Il Comitato per la Diga intanto replica al geologo Renzo Valloni (ordinario di "Valutazione di impatto ambientale" all’Università di Parma), rimanendo comunque dell’idea che le considerazioni tecniche relative alla realizzazione dell’invaso montano "debbano essere lasciate ai tecnici competenti e ad analisi approfondite". Sottolineano dal Comitato che "una diga come quella di Vetto, sia quella mini da 2025 milioni di metri cubi di acqua che quella medio-grande da 100150 mln mc (Progetto Marcello), si realizza tecnicamente in 3-5 anni. Parlare di 15 anni è una ammissione di inefficienza". Rispetto al tema dei sedimenti nel lago "è stato valutato per l’invaso di Vetto e può essere rivalutato anche oggi, ma l’inertizzazione non è un problema. Il Progetto Marcello degli anni ’80 lo aveva affrontato nei minimi dettagli: la principale fonte di inerti al lago sono le varie frane. Nell’elenco prezzi della gara d’appalto del Progetto Marcello furono previsti molti miliardi di vecchie lire per il loro consolidamento… Se ci fosse stata la diga, tutte le frane oggi ancora in movimento, sarebbero ferme".

Gli oppositori a un grande invaso sull’Enza parlano di problemi agli ecosistemi. A loro i pro-Diga ribattono che le loro soluzioni alternative "stanno creando danni agli habitat acquatici e alla salute delle persone. Ad esempio, d’estate si fa uso dell’acqua di falda ma così si impoveriscono le risorse sotterranee e si limita la loro capacità di alimentare i corpi idrici superficiali con gravi effetti sulla qualità ambientale".

Inoltre, le acque di Reggio e Parma contengono "oltre 26 mg per litro di nitrati mentre le acque di Vetto hanno concentrazioni di nitrati paragonabili all’acqua in bottiglia. E il riuso delle acque luride depurate è costoso e non risolutivo". Infine, sul ricorso ai laghetti il Comitato ricorda: "Nel mondo si stanno costruendo dighe e invasi montani come anche in Italia si è fatto in passato, mentre dei laghetti ne parliamo solo in Emilia Romagna. Anche in altre regioni italiane si stanno studiando misure strutturali, giudicando costose e inefficienti le alternative".