Un declino iniziato con l’inchiesta

Nove anni fa l’indagine che portò all’arresto di sei persone

Lento e inesorabile, è il declino che ha condotto la Motorizzazione reggiana a navigare in acque sempre più profonde e a volte anche un po’ torbide. Era il 2013 quando le accuse di truffa, corruzione e falsità ideologica a vario titolo si sono abbattute sull’ufficio provinciale. Ben sei arresti: quattro persone finite in carcere e due ai domiciliari, per quello che secondo gli inquirenti dell’epoca venne definito come un sistema ben rodato. In gioco? Patenti comprate, collaudi facili e revisioni fantasma. Il tutto parte di un meccanismo fatto di mance, ricompense e buoni pasto usati come merce di scambio. Talvolta anche 50 o 100 euro per ogni ‘pratica’ andata a termine. Da allora dell’ufficio provinciale è rimasto ben poco, compresa la sede, mentre il personale ha subito tagli e riduzioni. r.n.