Un viaggio alla scoperta della fotografia locale

Mauro Gilioli sta componendo una sorta di enciclopedia: tutto è nato dalla scoperta dell’artista Fornili, nonno del suo amico Paolo

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La passione per la fotografia è un aspetto ormai radicato nel tessuto della nostra città, come testimoniano le partecipate edizioni di Fotografia Europea. Per capire da dove deriva questa cultura fotografica è indispensabile studiare il passato. Spinto proprio da questa curiosità, Mauro Gilioli, farmacista con l’hobby della foto, ha iniziato, da circa tre anni, un vero e proprio lavoro da certosino, cercando di ricostruire le radici della storia della fotografia reggiana, sotto molteplici aspetti, aggiungendo retroscena e legami che esistono dietro le singole foto.

"Faccio parte di ReFoto da alcuni anni – esordisce Gilioli – con la carica di vice-presidente. Per cercare di offrire qualcosa in più ai nostri associati, ho deciso di iniziare un lavoro di ricerca storico e documentale sulla fotografia a Reggio, cercando non solo vecchie foto ma anche di catalogare i vari fotografi". Praticamente sta costruendo una mini-enciclopedia della fotografia reggiana.

"Diciamo di sì. Ero partito quasi per scherzo ma più vado avanti e più trovo stimoli nel continuare le mie ricerche, è un lavoro emozionale che lega, attraverso le foto, le persone e le situazioni della nostra città, studiando anche le tecniche usate in città nei vari periodi storici".

Come ha iniziato?

"Tutto è nato da un episodio molto particolare: ho fatto conoscere aspetti nuovi del fotografo Ettore Fornili ad un mio collega di ReFoto, suo nipote Paolo, scoprendo delle cose incredibili. Da lì sono risalito fino alle radici della fotografia reggiana e poi quella internazionale, scoprendo che il catalogo foto della prima esposizione universale del 1851 in Inghilterra, conteneva le conclusioni di un certo Antonio Panizzi".

Il retroscena sul fotografo Fornili, lo svela proprio il nipote Paolo. "Mauro ha trovato il nome di un certo Ettore Fornili e mi ha chiesto se lo conoscessi. Ho ricordi frammentati, trasmessi da mio papà, perchè mio nonno è morto quando mio padre aveva solo ventiquattro anni. Sapevo quindi solamente che aveva un negozio da fotografo e poco altro".

E invece?

"Ho scoperto che mio nonno era socio di FotoArs, una società fondata nei primi del Novecento dal pittore Guido Lazzaretti, dal fotografo Carlo Codeluppi e, appunto, dall’altro fotografo Ettore Fornili. Era uno dei punti di riferimento della fotografia reggiana e alcuni dei suoi lavori, che ho trovato in casa, li ho donati alla biblioteca: sono riuscito a recuperare alcuni scatti e addirittura alcune lastre su vetro che, all’epoca, erano la tecnica usata per la maggiore".

Di cosa si occupava in particolare suo nonno?

"Questa è sicuramente la cosa che mi ha sorpreso maggiormente! I temi dei suoi lavori erano i luoghi e i ritratti, esattamente quello di cui mi occupo personalmente in ReFoto. Una coincidenza incredibile: mio nonno però era un professionista, il mio è un hobby".

Cesare Corbelli