ANTONIO LECCI
Cronaca

Un violino e Beethoven per Antonio Ligabue

Ritrovo davanti alla tomba dell’artista a 60 anni dalla scomparsa.

Ritrovo davanti alla tomba dell’artista a 60 anni dalla scomparsa.

Ritrovo davanti alla tomba dell’artista a 60 anni dalla scomparsa.

Una cerimonia in un ambiente particolare, con ricordi e musica, l’altra sera al cimitero di Gualtieri, davanti alla tomba di Antonio Ligabue, esattamente a sessant’anni dalla scomparsa del grande artista originario della Svizzera tedesca ma a lungo vissuto a Gualtieri, dove è scomparso nella serata del 27 maggio del 1965.

All’evento, nell’ambito del programma di "Ligabue 60", c’erano le autorità locali con il sindaco Federico Carnevali, ma anche estimatori di Toni, oltre ad alcuni dei cittadini che lo avevano conosciuto.

Tra loro Giuseppe Caleffi, che ha ricordato lo stretto legame che aveva unito i suoi genitori ad Antonio Ligabue, anche quando era ricoverato alla casa di riposo del paese per l’assistenza necessaria per le sue precarie condizioni di salute. Marcello Stecco, nelle vesti di presidente della Fondazione Ligabue, ha reso omaggio all’artista ricordandolo per la lotta continua contro la solitudine e contro l’esclusione, sempre alla ricerca della libertà. E ha colto l’occasione per chiedere scusa a Toni, rivolgendosi a un artista "capace di catturare l’anima, non solo gli occhi, di chiunque, a Gualtieri, in Italia, nel mondo, abbia la fortuna di fermarsi davanti alle sue opere".

La cerimonia è stata arricchita dal suono del violino di Orfeo Bossini, dei Violini di Santa Vittoria, che ha intonato brani classici. E poi l’utilizzo di un vecchio grammofono, caricato da Roberto Daolio, figlio di Vandino, l’autista di Ligabue, per far girare il disco originale della quinta sinfonia di Beethoven, che l’artista amava ascoltare in ogni momento.

La benedizione religiosa di don Paolo Cattari, della parrocchia locale, ha concluso la cerimonia, prima di trasferirsi al teatro Sociale per assistere a due documentari dedicati proprio ad Antonio Ligabue.

Antonio Lecci