Una storia di bullismo e di fantasia L’ultima opera di Veronica D’Onofrio

Il quarto libro scritto della docente cavriaghese è stato presentato alla prestigiosa fiera di Torino

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E’ stata presentata, in occasione della fiera del libro di Torino, la quarta opera di Veronica D’Onofrio, docente di Cavriago. Il volume, che si intitola Mangiastelle, parla di un argomento di attualità: il bullismo.

Il romanzo, edito dalla casa editrice romana Di Leandro, e ambientato proprio a Cavriago, è la storia di un’amicizia adolescenziale, con tutta la sua forza, tra due ragazzini di prima media, Lorenz e Cleò, costretti a "nuotare" come sardine nei terrificanti corridoi della scuola infestati dagli "squali" di terza media.

Cleò, il più fragile dei due, stanco delle continue vessazioni, scappa di casa e tinge il racconto del giallo della sua scomparsa. La storia realistica delle concitate ricerche del ragazzo scorre sullo sfondo, si interseca, si confonde e lascia spazio alla fiaba dei Mangiastelle, leggenda che racconta di bambini scappati di casa che, dopo aver vagato a lungo ed essersi allontanati troppo, non riescono a ritrovare la strada del ritorno e credono che dall’alto del cielo possa essere più facile rintracciare la loro casa. Accade poi che, nel silenzio e nel buio dello spazio, dimenticano di essere stati umani e mangiano stelle luminose per conservare il ricordo della loro perduta umanità, senza mai riuscire a ritornare sulla terra.

Lorenz condurrà l’operazione di "atterraggio" di fortuna dell’amico scomparso, con l’aiuto di una task force improbabile composta da due anziani amici, uno scienziato e un artista, e un giovane ex squalo che, sentendosi in parte colpevole della scomparsa di Cleò, offre il suo aiuto.

L’improbabile squadra scorgerà tracce di vita scrutando il cielo e si convincerà di poter riportare a casa il piccolo Cleò sano e salvo,con l’aiuto spaziale di piccoli esseri alieni collaboranti. Mangiastelle è soprattutto la storia di come, a volte, una fantasia sana e creativa possa essere più utile e risolutiva di una realtà cupa e ineluttabile.

Nina Reverberi