
Un’impresa su sei è straniera. L’impatto dell’immigrazione sulla nostra provincia, che risale non alle ultime ondate migratorie ma a molti decenni fa, è ormai un fenomeno strutturale. A fotografare il fenomeno è la Confartigianato, tramite il suo centro studi. "I cittadini stranieri regolarmente presenti sul territorio sono una realtà consolidata nel reggiano e da anni, con la loro presenza, danno un contributo importante al mercato del lavoro e al nostro tessuto economico e sociale" afferma Gilberto Luppi, presidente Lapam Confartigianato. Come emerge dai dati, in provincia al 1° gennaio 2023 i residenti stranieri sono 63.840, pari all’11,6% del totale regionale, con un’incidenza sulla popolazione residente del 12,2%: un dato che fa di Reggio Emilia la dodicesima provincia in Italia per maggior incidenza. Secondo l’elaborazione dell’ufficio studi Lapam Confartigianato, al 31 dicembre 2022 le imprese gestite da stranieri registrate in provincia di Reggio Emilia sono 9.470, pari al 17,2% delle imprese totali in provincia e prima rispetto alle altre province emiliano-romagnole. L’incidenza più elevata di imprese straniere sul totale delle imprese registrate in provincia si rileva nelle costruzioni, dove oltre un terzo delle imprese è gestito da stranieri. Secondo gli ultimi dati aggiornati al 2021, Reggio Emilia è la ventunesima provincia in Italia per numero di lavoratori stranieri, pari a 45.456 cittadini stranieri di cui l’83,2% lavoratori dipendenti, il 15,7% lavoratori autonomi e l’1,1% parasubordinati. Il 77,4% dei dipendenti stranieri è impiegato nel settore privato non agricolo, il 16,7% è lavoratore domestico e il 5,9% è impiegato in agricoltura. Nel lungo periodo (dal 2012 al 2021) si osserva una crescita di lavoratori stranieri in provincia del 2,6%: nel 2021 si nota un +6,9% sui valori del 2019, dopo il calo registrato nel 2020. Il 18,5% dei lavoratori stranieri ha meno di 30 anni, il 25,1% ha tra i 30 e i 39 anni, il 29% tra i 40 e i 49 e il 27,4% ha 50 anni o più. Analizzando i dati dal 2012 al 2021 si assiste a un calo del 16,8% numero di giovani lavoratori stranieri under 30 e risulta in calo anche la totalità dei lavoratori con meno di 50 anni (-11,3%), mentre risultano in costante crescita i lavoratori stranieri con 50 anni o più (+75,7%). Al 2021, il maggior numero di lavoratori stranieri proviene da Marocco, Albania, India, Romania e Cina.
"Sarebbe importante che il Governo prevedesse la possibilità di far accedere gli immigrati a corsi di formazione professionale per imparare quei ruoli professionali di cui c’è più carenza e di cui le nostre imprese hanno un disperato bisogno".