Usca prorogate: "E perché non mi visitano?"

Dopo la decisione della Regione di allungare il servizio fino a fine anno, la segnalazione di una lettrice: "Mi hanno detto che non ci sono più"

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Prorogare le Usca? La scelta di sicuro guarda all’aumento dei contagi, che nel corso di questa nuova ondata stanno ricominciando a preoccupare; ma la domanda è, con quali medici?

Il quesito sorge spontaneo se si mettono insieme l’esigenza concreta e la realtà dei fatti: se mancano i medici per riaprire dei pronto soccorso, viene il dubbio che forse la coperta sia già troppo corta di per sé. La scelta della Regione, comunicata un paio di giorni fa, di prorogare le Usca fino alla fine del 2022 fa quindi alzare, anche solo un attimo, aggrottare la fronte dalla perplessità. "L’Emilia-Romagna – ha sottolineato l’assessore regionale alle politiche per la salute, Raffaele Donini – è stata tra le prime ad attivare le Unità speciali di continuità assistenziale. Una modalità di intervento che può essere ancora utile in questa fase in cui il virus rialza la testa e che bene si innesta sull’idea di sanità territoriale che abbiamo in mente per il futuro. Un modello che punta a fare del domicilio il primo luogo di cura e assistenza ai malati".

Per chi avesse un piccolo blackout e non ricordasse cosa sono le Usca: trattasi di equipe composte da medici e infermieri, attive su tutto il territorio, a turni, per andare ad assistere i malati di Covid direttamente a casa. Uno strumento che si è dimostrato non prezioso, di più, quando gli ospedali e i pronto soccorso erano stipati di persone affette dal virus o comunque con sintomi che potevano far presagire un contagio. Col tempo, distendendosi la situazione nei nosocomi territoriali, lo stesso è avvenuto alle Usca. Oggi però, tra il lasciar andare e il tenere, dando un’occhiata alla nuova ondata, la Regione ha puntato il dito sulla seconda opzione. Il sistema però, forse, è un po’ da mettere in sesto.

"Da martedì 28 sono positiva al Covid – segnala una nostra lettrice, Giorgia Balboni –. Ho provato a contattare il mio medico di medicina generale che non ha mai risposto al telefono. Dopo aver passato martedì pomeriggio al pronto soccorso con la febbre a 40°, sono tornata a casa e ho continuato a provare a contattare il medico". "Venerdì mattina ho iniziato ad avere sintomi neurologici e tosse – prosegue – mi sono spaventata perché ho delle patologie croniche e autoimmuni e ho provato a contattare il medico, il quale ha continuato a non rispondere".

Contatta l’Ausl, che dice di chiamare la guardia medica in modo da attivare le Usca. "Mi rispondono che l’Usca non esiste più e che avrei dovuto prendere uno sciroppo per la tosse. Questa mattina leggo un articolo pubblicato dalla Regione: “Usca prorogate fino a dicembre 2022”". "Tutto quello che sto chiedendo è di essere visitata, non voglio andare in ospedale quando esiste il servizio che dovrebbe visitarmi".