In calo le vaccinazioni ai bambini

Meno 1% per quelle obbligatorie, scendono dal 94 all’88% quelle contro il morbillo

Vaccino

Vaccino

Reggio Emilia, 8 ottobre 2015 - Anche a Reggio, per molti aspetti isola felice della sanità, il fronte antivaccinazioni non demorde. Resistenze o contrarietà all’immunizzazione sono diffuse anche tra genitori di buona cultura. Cresce pertanto il rischio di malattie infettive di ritorno. Casi di morbillo, per esempio, si verificano da qualche anno anche nella nostra provincia. L’adesione alle vaccinazioni obbligatorie (contro difterite, tetano, poliomielite, epatite virale B) è calata di oltre un punto percentuale, dal 96,8 del 2008 al 95,2 del 2014. Ben più consistente il calo (quasi sei punti percentuali) per quelle raccomandate: dal 94,4 all’88,7, ad esempio, per il morbillo. Per non parlare della vaccinazione antinfluenzale che dal 2010 è in calo vertiginoso e l’anno scorso ha raggiunto il minimo di copertura: 54,4% tra la popolazione con più di 65 anni.

Per qualunque vaccinazione Reggio supera comunque la media regionale di adesioni e resta di poco sopra la soglia di sicurezza del 95% per le immunizzazioni obbligatorie dei nuovi nati, tuttavia preoccupa l’aderenza al trend regionale, nazionale e mondiale negativo degli ultimi dieci anni. «Ci colpisce in particolare il distacco progressivo dalla copertura ottimale del 95% per il morbillo (vaccinazione raccomandata) poiché si tratta di una malattia particolarmente grave di cui fra il 2013 e il 14 si è verificata un’epidemia nazionale», sottolinea Giovanna Mattei, referente del dipartimento sanità pubblica Usl per la sorveglianza delle malattie infettive.

«Anche nella nostra regione, soprattutto in Romagna – prosegue l’igienista –, persistono sacche di antivaccinatori, anzi sembrano in progressivo aumento. A Rimini, ad esempio, le vaccinazioni obbligatorie nel 2014 hanno registrato un’adesione dell’87,8% contro il 95,2 di Reggio e la media regionale del 94,5. Contro il morbillo l’anno scorso si è vaccinato a Rimini il 77,5 e a Reggio l’88,7 contro una media regionale dell’88,3. Quando i genitori non portano i figli negli ambulatori vaccinali, la Pediatria di comunità li convoca cercando disponibilità al colloquio e ricordando che la vaccinazione è priorità, valore, beneficio per tutti, ma talvolta papà e mamma restano della loro idea. Uno studio regionale ha delineato la figura tipo dell’antivaccinatore in una madre al di sotto dei 25 anni o sopra i 35 al momento del parto, spesso in discreto stato economico e con titolo di studio elevato.

Gli immigrati, sovente poco aderenti agli screening, giungono invece alla vaccinazione senza necessità di solleciti. Tra le motivazioni di chi rifiuta la vaccinazione c’è la vecchia storia del trivalente contro morbillo, parotite e rosolia, accusato di favorire casi di autismo. Lo scienziato che diffuse l’allarme dall’Inghilterra ha ritrattato, come pure Lancet, la rivista che ospitò il suo studio, ma purtroppo dubbi e timori sono rimasti».