Vaccino Covid, caccia ai furbetti: indagano i Nas. Dieci casi nel mirino

Alcuni volontari autorizzati avrebbero girato il link d’invito dell’Ausl a colleghi che non ne avevano diritto

Gli uomini del Nucleo Anti Sofisticazione dei carabinieri

Gli uomini del Nucleo Anti Sofisticazione dei carabinieri

Reggio Emilia, 16 gennaio 2021 - Indagano i Nas di Parma sul caso del link diffuso impropriamente a Reggio con le modalità informatiche per prenotarsi al vaccino anti-Covid. Ieri pomeriggio i carabinieri del nucleo antisofisticazione e sanità hanno incontrato la direttrice generale dell’Ausl reggiana, Cristina Marchesi, alla quale hanno chiesto informazioni sull’accaduto. A svelarlo è la stessa dirigente dell’azienda sanitaria locale: "Non c’è stata una vera e propria denuncia da parte nostra, ma abbiamo fornito le spiegazioni richieste dagli inquirenti. Sono stati così avviati i dovuti controlli sulle procedure di prenotazione dei vaccini effettuati nella giornata di ieri (giovedì, ndr ) e tutti i vaccinati ora sono sotto la lente d’ingrandimento. L’attenzione sarà massima".

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Il caso è esploso giovedì quando il personale dell’Ausl si è accorto che stava girando l’indirizzo internet riservato alle cosiddette ‘categorie protette’ aventi diritto previste dalla fase 1 del vaccino e che sarebbe entrato in possesso di chi – sempre appartenente alle stesse categorie (non si tratterebbe dunque di persone ‘qualunque’, ma al mondo del volontariato o di chi è in contatto con le categorie deboli e più esposte al Coronavirus) – non fosse ancora stato convocato e quindi senza averne diritto. A quel punto una decina di persone avrebbe usufruito dell’indirizzo internet per ‘saltare la fila’ e ottenere la prenotazione in minor tempo rispetto al programma. Cinque le persone che sarebbero infine riuscite ad ottenere la somministrazione della vaccinazione.

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Difficile però stabilire se chi ha ‘passato’ il link lo abbia fatto in buonafede o meno per ‘favorire’ amici, conoscenti o colleghi. "Ce ne siamo accorti tramite i social network – ha continuato la Marchesi – e subito abbiamo bloccato il link con le modalità di prenotazione, intercettando chi stava per sottoporsi al vaccino impropriamente e mandandole a casa. Si tratta di pochi utenti e il fenomeno è limitato a pochissime persone, essendo intervenuti tempestivamente". Su chi possa aver diffuso il link al sito sono in corso le indagini del caso, anche se non è ancora stata aperta formalmente un’inchiesta dalla Procura, atto che potrebbe avvenire qualora i Nas riscontrassero ipotesi di reato. "Presumibilmente si tratta di persone appartenenti alle categorie privilegiate che erano in possesso del link essendosi vaccinati. Di certo non sono nostri dipendenti che utilizzano un altro tipo di procedura per prenotarsi al vaccino", ha concluso la dg Marchesi.