Vecchi sentito a Aemilia: «Da dieci anni consapevoli delle infiltrazioni dei clan»

Il sindaco ascoltato come testimone: «La stagione dei roghi ci ha aperto gli occhi». La moglie Maria Sergio: «Non ho mai frequentato ambienti cutresi»

Il sindaco Luca Vecchi sentito nell’aula bunker di Aemilia

Il sindaco Luca Vecchi sentito nell’aula bunker di Aemilia

Reggio Emilia, 25 luglio 2017 -

«DA una decina d’anni a questa parte ho preso consapevolezza che c’era un fenomeno di infiltrazione ‘ndranghetista rilevante e storicamente del tutto inedito». Lo ha detto il sindaco di Reggio, Luca Vecchi, oggi sentito come testimone della difesa al processo Aemilia. «Credo che ci siano molti fatti che possano essere utili a confermare questa consapevolezza – ha proseguito il primo cittadino –. Per chi è nato e vive a Reggio, come me da 45 anni, se inizia una stagione di roghi, non uno o due incendi, non tre, ma frequenti roghi, credo che da amministratore sia ragionevole chiedersi che cosa stia accadendo, e avere un atteggiamento più attento».

«Per mio stile di vita non ho mai frequentato ambienti cutresi – ha detto Maria Sergio, moglie di Vecchi già dirigente del Comune di Reggio e ora in servizio in quello di Modena –. Poi, per stile di lavoro, non ho mai incontrato imprenditori cutresi o altri da sola, ma sempre in presenza di qualcuno, l’assessore ad esempio. L’unico contatto nella mia vita personale e professionale con persone coinvolte in Aemilia è stato con Francesco Macrì, l’imprenditore da cui ho comprato casa».