Reggio Emilia, 24 settembre 2023 – Un altro movente. Stando alle parole di due detenuti magrebini – che la Procura ha chiesto di ascoltare come testimoni nel processo per l’omicidio di Saman Abbas – il movente del delitto non sarebbe quello d’onore, ma economico. Secondo quanto avrebbe confidato lo zio Danish in cella a uno di loro, il cugino promesso sposo in Pakistan avrebbe offerto 15mila euro al padre Shabbar per sposare la 18enne e poter così venire in Italia con i documenti in regola grazie al ricongiungimento familiare; sarebbe così iniziata una serie di nozze combinate, lasciando anche libera la 18enne dopo il divorzio. Una sorta di vera e propria catena di unioni artefatte, a 15mila euro l’una, con altri connazionali che sarebbero poi arrivati dal Pakistan. Visto sfumare l’affare, i genitori avrebbero dunque architettato il delitto, poi eseguito assieme ai cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq il 30 aprile 2021.

Saman Abbas da Novellara, Hina Saleem da Sarezzo, uccisa perché troppo occidentale; e ancora, Sana Cheema, cresciuta a Brescia e strangolata nel distretto di Gujrat, in Pakistan, per essersi ribellata a nozze forzate; o Shahnaz Begum, massacrata a Carpi perché proteggeva la figlia Nosheen, che si rifiutava di sposare un uomo imposto dalla famiglia. Tutte vittime, italiane, di una "tradizione pakistana barbara e contadina". Ahmad Ejaz, giornalista e mediatore pakistano, in Italia dal 1989, conosce bene questo fenomeno.
Ahmad, durante il processo per l’omicidio di Saman è arrivato un nuovo colpo di scena: il movente non sarebbe più quello d’onore per i familiari, ma l’aver mandato in fumo un grosso affare di finti matrimoni per fare i ricongiungimenti familiari e avere le carte in regola in Italia. Quindicimila euro l’uno.
"Questo è un elemento che è già presente nella società, molto diffuso soprattutto in Inghilterra. Paper marriage, li chiamano. Qui potremmo definirli matrimoni per documenti , perché in realtà non sono fasulli. Esistono davvero, ma lo fanno solo per avere i permessi di soggiorno".
Le sembra plausibile nel caso di Saman?
"Quello combinato per Saman non era un matrimonio fasullo. Il suo fidanzamento in Pakistan è stata una grande cerimonia e tutto il villaggio era presente. Normalmente i matrimoni fasulli non si fanno con i cugini, ma con l’esterno. Non si coinvolgono i parenti. Poi la famiglia d’origine di Saman non sarebbe stata in grado di creare una rete di nozze per documenti: sono braccianti, non hanno studiato, non hanno lo spessore culturale per mettere in piedi una cosa del genere. Magari ci hanno anche pensato, ma non sarebbero mai stati all’altezza di portarlo a termine".
Come funzionano queste unioni per i documenti?
"Nei fatti sono matrimoni veri, poi quando raggiungono il Paese desiderato con il ricongiungimento familiare arrivano anche i permessi. Aspettano un po’ di tempo, qualche mese magari, e si lasciano; vanno via, ognuno prende la sua strada. Portare in Italia un immigrato oggi vale da 10 a 15mila euro. Passano attraverso Iran, Turchia, Balcani, oppure Libia. Poi l’Italia".
In questa architettura del delitto di Saman, tutta al maschile, c’è solo una donna su cinque imputati: la madre, ancora latitante, mentre il padre è stato estradato.
"Nazia non arriverà. Lo dico dall’inizio. La polizia pakistana non cerca le donne. E le comunità religiose islamiche si opporrebbero. È una casalinga, sta chiusa in casa con i fratelli. Non andranno a tirarla fuori, non è una persona in vista".
Secondo l’accusa questi detenuti sono attendibili, secondo le difese si tratta di «commedianti del genere farsa». Queste nuove rivelazioni potrebbero cambiare qualcosa nel processo in corso?
"Non cambia niente. Magari il patto con il cugino pakistano c’è anche stato: ’ Una volta in Italia devi darci 15mila euro’ . È plausibile. Ma resta il fatto che poi Saman è stata ammazzata. Chi esce dal gruppo va punito e lei è stata uccisa perché si è ribellata. Non si uccide una figlia per business. C’è sempre un delitto d’onore. È l’onore che ti spinge. Questa è la scena finale di un fatto. Saman si era innamorata di Saqib, un figlio di calzolai, di casta bassissima. Questo per loro non era tollerabile. Anche se fosse inserita una nuova lettura sui soldi sarebbe un fattore poco importante, non rilevante. Magari Saman non sapeva nemmeno di questi 15mila euro: è stato un patto fra uomini. Ma lo ripeto: nessuno ha mai ucciso le figlie per un business di matrimoni sui documenti. Sempre per l’onore macchiato. E a noi ora interessa solo come salvare la prossima Saman".